Uno scontrino con la foto di Mussolini: non è accaduto nell’Italia del 1925 ma in un bar di Cerea, in provincia di Verona, nel 2023.
La storia – documentata da foto divulgate sui social – è naturalmente diventata virale in pochissimo tempo sul web e ha scatenato non poche polemiche. Soprattutto in considerazione del fatto che l’antifascismo dovrebbe essere un pilastro della legge del Paese.
“Bevo il caffè in un bar a cerea e sullo scontrino trovo Mussolini”. Questo è il commento di uno dei tanti clienti dell’esercizio di Cerea – il bar Armando – che si sono trovati davanti la faccia del Duce assieme al totale da pagare.
C’è chi parla di una “vergogna insopportabile“, specialmente nel 2023 dove dei mali originati dalla dittatura si parla quotidianamente in ambito sociale, scolastico e politico. Sui social sono numerose le polemiche. Alcuni organizzano perfino iniziative per “boicottare” il bar “fascista”.
Pare che lo scontrino con il volto di Mussolini non siano una novità nel bar di Cerea, gestito dalla signora Maristella Finezzo. Anzi, da ben 9 anni è disponibile per i clienti (prima nel solo mese di ottobre, in “omaggio alla Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, ora anche in altri periodi dell’anno).
La stessa titolare del bar si è espressa sulle polemiche ai danni del suo esercizio. “Credo che alcune azioni di Mussolini siano state positive per l’Italia, a parte gli orrori delle leggi razziali”, ha commentato sul “Giornale di Vicenza”.
Sulle polemiche e le accuse di fascismo, la donna replica: “Con questa polemica, in realtà, otteniamo solo più visibilità”. E ancora: “Chi mi accusa di fascismo, mi fa solo un piacere. Non nascondo i miei ideali”. Maristella Finezzo, in più, aggiunge un altro commento: “Sarebbe meglio che la gente si occupasse delle azioni di Vladimir Putin, un comunista, e dei danni che ha causato in Russia e in Ucraina, invece di polemizzare su uno scontrino”.
Lo scontrino con il volto di Mussolini è illegale? Dal 2014 a oggi, il Bar Armando non avrebbe ricevuto alcun reclamo, quindi la titolare ritiene di non aver commesso alcun reato. Tuttavia, esiste la Legge Scelba, che proibisce l’apologia del Fascismo e dispone sanzioni verso chiunque “promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Fonte foto: Facebook – Charaf Winner