Il territorio di Termini Imerese, a due passi da Palermo, è ricco di luoghi dal grande valore storico, artistico e culturale non a tutti noti. Il Ponte San Leonardo – luogo dell’identità e della memoria della Regione Siciliana presso la settecentesca infrastruttura che sorge nel territorio di Termini Imerese è uno di questi.
Al fine di porre la meritata attenzione su questo importante esempio del patrimonio artistico siciliano, lo scorso 13 giugno si è svolta una cerimonia per l’apposizione delle nuove targhe, apposte agli ingressi del ponte, organizzata dall’associazione Rodoarte onlus in collaborazione con altre associazioni del territorio
Le targhe hanno riconosciuto questo luogo quale Presidio permanente di Bellezza della onlus dal 2013 e Luogo dell’Identità e della Memoria della Regione Siciliana con il quale il settecentesco ponte è stato inserito tra i luoghi L.I.M. ovvero nell’elenco dei luoghi dell’identità e della memoria, nella categoria Luoghi delle personalità storiche e della cultura, ottenendo un riconoscimento di alto spessore, vanto per il territorio ove è incastonato e, più in generale, per l’Isola.
In un luogo di suggestiva bellezza, circondati dalla quinta scenica delle settecentesche rampe di questa opera d’arte che sorge nei pressi della foce del fiume San Leonardo nel territorio di Termini Imerese – unico nel panorama siciliano e superba opera d’arte partorita dalla genialità di Agatino Daidone – i volontari dell’associazione Rodoarte onlus e i rappresentanti di alcune e importanti realtà associative quali i Maestri Infioratori di Termini Imerese, la Società del Carnovale di Termini Imerese, l’Archeoclub d’Italia Himera, Teletermini webtv, Trabia Motors Passion, il C.A.I. Caccamo, Iauru e Duci, Monte Eurako, hanno voluto sfruttare la peculiare forza ed il simbolismo di questa adunanza per lanciare un messaggio di speranza per il futuro a partire dall’eredità di bellezza di cui il territorio siciliano – e non solo quello ove sorge il ponte – è costellato.
“Il settecentesco Ponte di San Leonardo mi è particolarmente caro perché a lui si lega la memoria del mio predecessore e grande amico, Sebastiano Tusa, grazie al quale, nell’agosto del 2018, è stato inserito nei Luoghi dell’Identità e della Memoria.
Io, prendendone il testimone, aspiro a far diventare questa straordinaria opera, (frutto della creatività di Agatino Daidone e gestita dalla Rodoarte onlus con tanta passione), sempre più patrimonio della Sicilia tutta e non solo del territorio che l’accoglie, Termini Imerese.
Nei primi anni del Novecento, infatti, venne considerato, da una rivista inglese, tra i dieci ponti più belli al mondo. Da Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ho una visione e una missione che è quella di mostrare come la nostra Terra sia un continuo Elogio della Bellezza di cui bisogna custodire la Memoria e la straordinaria Identità” ha detto l’assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà.
“Termini Imerese ha voglia più che mai di ripartire – ha affermato Maria Terranova, sindaco di Termini Imerese – attraverso il suo tessuto vivo rappresentato dalle associazioni. Vedere rappresentata alla Borsa Italiana del Turismo anche la nostra città è qualcosa di straordinario. A questo si aggiunga che a settembre ospiteremo le Vie dei Tesori. Una città che cambia pelle e che si riscopre attraverso le sue bellezze”.
“Tutti noi istituzioni e semplici cittadini sappiamo quanto è stata dura in questi mesi assediati e colpiti duramente da un virus terribile che ha lasciato intorno a noi morte e desolazione – prosegue Rosario Ribbene, presidente di Rodoarte onlus. – una ferita sulla nostra pelle che ricorderemo per generazioni.
Oggi più di ieri abbiamo il dovere e l’opportunità allo stesso tempo di ripartire aggrappandoci all’ancora di salvezza rappresentata dai tesori di cui è ricco il nostro territorio e sfruttando la solidarietà tra individui, associazioni e istituzioni. L’Unica cosa che il virus non potrà strapparci è la memoria e la speranza, fondamenta che noi oggi celebriamo guardando al futuro. Ecco perché abbiamo fortemente voluto dare risalto a qualcosa che nel nostro recente passato sarebbe, forse, stata insignificante: la realizzazione di due targhe informative.
Non si tratta di un luogo qualsiasi, è un’opera d’arte che sostanzia la nostra identità al punto da essere oggetto di riconoscimento ufficiale – arrivato dopo un lungo iter amministrativo e valutativo – che abbiamo voluto fissare indelebilmente e ben a vista in queste targhe come segno tangibile di riconoscimento e come spunto per quella miriade di luoghi che ne hanno simile vocazione ma che sono ancora nell’ombra.
Noi abbiamo un sogno – ha concluso Rosario Ribbene – forse visionario ma attuabile: questo territorio può tranquillamente ambire al World Heritage List dell’UNESCO attraverso una rete di monumenti che costituiscono degli unicum e su questa direzione si sta muovendo, sinergicamente con altre realtà, la nostra associazione”.
Ma non è tutto. Una volta a Termini Imerese ci sono tanti altri gioielli da visitare. Tra questi la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Termini Imerese, sorge sul piano di San Giovanni, a pochi passi dall’ingresso principale della Villa Palmeri, in un luogo dove un tempo esisteva la giudecca, abbandonata dalla comunità ebraica nel 1492 a seguito dell’editto di Ferdinando il Cattolico.
L’edificio sacro venne realizzato tra la prima metà del quattrocento e il 1508 ed è sicuramente uno dei monumenti più belli della città di Termini Imerese. Di particolare interesse sono le pareti dipinte tra il XV e il XVI secolo dai fratelli Nicolò e Giacomo Graffeo e da Nicolò Spalletta da Caccamo. In questo luogo il visitatore viene attratto dalla semplicità delle rappresentazioni pittoriche, quasi tutte dedicate a Santa Caterina d’Alessandria, patrona dei filosofi, notai, oratori, sarte e nutrici, molto venerata sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa.
E ancora la presenza delle Thermae munite di imponenti strutture a carattere sociale, del Foro: uno spazio, oggi totalmente interrato, sito nelle vicinanze dell’attuale piano del Duomo; dell’acquedotto Cornelio; dell’Anfiteatro; e di altri numerosi edifici pubblici come la cosiddetta “Curia” sottolinea la straordinaria importanza della città, infatti, in breve tempo divenne la “cerniera” tra le Madonie e le rotte commerciali verso i mari del nord. Oggi è possibile ammirare i resti dell’Anfiteatro romano. Degno di nota anche il Museo civico intitolato all’erudito termitano “Baldassare Romano”.
Buona parte del piano terra della struttura è destinata alla conservazione di reperti preistorici, della città di Himera, della colonia romana e del periodo islamico. La grande sala dedicata a Thermae, esalta l’alto prestigio della città in epoca romana e primariamente in età augustea.
Successivamente, a poca distanza dell’edificio circolare, durante la realizzazione del Grand Hotel delle Terme, progettato dall’architetto Damiani Almeyda (1834 – 1911), vennero alla luce numerosi ambienti tra cui un edificio rettangolare, probabilmente di origine araba, identificato come il bagno delle donne, oggi non più visibile perché inglobato nella struttura di fondazione. Sulla sinistra si può notare l’imponente anfiteatro a doppie arcate, in basso a destra si nota un edificio con arcate: si tratterebbe con molta probabilità delle Antiche Terme.
Dove un tempo c’era il mattatoio comunale di Termini Imerese, infine, limitrofo al ponte, adesso c’è il “Museo del Motorismo Siciliano e della Targa Florio”, un luogo dedicato principalmente alla mitica competizione automobilistica considerata la più antica del mondo, e promossa per la prima volta, nel lontano 1906, dall’eclettico imprenditore e finanziatore Vincenzo Florio, che ebbe l’intuito di dare inizio a una straordinaria avventura.
Nello spazio museale di Termini Imerese sembra di tornare indietro nel tempo e nell’atmosfera magica della mitica corsa. All’interno si possono ammirare auto d’epoca, da competizione e non, una vasta raccolta di fotografia e trofei di famosi piloti del passato.
Se cercate un pretesto per recarvi a Termini Imerese, “Ponte San Leonardo in festa”, che si svolgerà il 1 agosto dalle 9 alle 13, sarà l’occasione adatta per andare alla scoperta delle bellezze del territorio temitano. Si tratta di un evento culturale organizzato sin dal 2013 da Rodoarte ed è una sorta di contenitore al quale partecipano tante associazioni locali per la valorizzazione del territorio.
Durante questo evento, il cui programma è ancora in divenire, è prevista la realizzazione di un tappeto infiorato, un angolo dedicato all’artigianato tradizionale, un flash mob e figuranti di abito d’epoca.
Una volta là anche non dimenticate di assaggiare la favazza , una focaccia simile allo sfincione a base di pasta lievitata e condita con una gran quantità di pomodoro, cipolla, caciocavallo, acciughe salate, origano e olio extravergine. Si tratta di un piatto tipico del periodo natalizio che, tuttavia, su richiesta, è possibile prenotare presso ì panifici locali anche se la sua realizzazione è legata alla stagionalità di alcuni ingredienti.
Manuela Zanni