“In questi quattro anni abbiamo tutelato il personale della scuola, siamo cresciuti in termini di deleghe, abbiamo vinto la sfida della rappresentatività, abbiamo cominciato a sottoscrivere accordi con l’amministrazione per garantire il diritto di docenti e personale Ata nella didattica a distanza ma anche il diritto degli alunni ad avere una corretta istruzione, in un momento in cui viviamo un crisi che non avevamo mai affrontato come Paese dal Dopoguerra a oggi”.
Lo ha detto Marcello Pacifico, docente palermitano di 43 anni appena riconfermato dal congresso nazionale, organizzato da remoto, presidente di Anief, sindacato della scuola con quasi cinquantamila soci e sedi in tutta Italia e che a oggi si è ritagliato il 6,16% di rappresentanza grazie a una serie di battaglie portate avanti.
“Abbiamo dimostrato che siamo capaci di tutelare i diritti dei lavoratori – ha aggiunto Pacifico – e continuiamo a confrontarci con il Parlamento per una serie di emendamenti alla legge di bilancio necessari a migliorare le condizioni del personale. Abbiamo lavorato, però, non basta, c’è bisogno di più sindacato, di più formazione, di più informazione e di più contrattazione”.
Una scuola che ancora manifesta non pochi problemi.
“In questi mesi di emergenza – ha detto Pacifico – siamo riusciti a far capire quali sono le questioni fondamentali: gli spazi non ci sono e quelli che ci sono non bastano, abbiamo cercato di aumentare classi e plessi ma non bastano, rispetto a dodici miliardi di tagli e duecentomila posti di lavoro saltati. Bisogna aumentare i posti e stabilizzare i precari”.
“La seconda grande sfida riguarda gli investimenti sul personale – ha proseguito il presidente Anief – abbiamo i docenti più vecchi del mondo”.
Secondo Pacifico la scuola italiana non era preparata alla pandemia: “Oggi c’è un’atmosfera nuova e si sta capendo quanto importante sia la didattica in presenza per arricchire apprendimenti e risultati degli alunni, vanno usate le risorse del ‘Recovery plan’, servono quindici miliardi subito”.