Sono rientrati in classe, stamattina, oltre seicentoquarantamila studenti delle scuole superiori in quattro regioni e tra queste non c’è la Sicilia, che, da ieri, è zona rossa su richiesta del governatore Nello Musumeci. Che, anzi, sabato in conferenza stampa si è detto pronto a chiudere anche le elementari, suscitando una serie di polemiche.
Le scuole superiori – ha sancito ieri il Cts riunito d’urgenza dopo la richiesta del governo di un’indicazione sul ritorno in classe degli studenti – possono tornare in presenza nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio.
Per gli esperti, se qualche presidente di Regione decidesse diversamente, “se ne assume la responsabilità”.
“Le valutazioni del Cts rappresentano una guida chiara che mi auguro possa garantire a scuole e studenti le certezze di cui hanno bisogno. Il rientro in classe è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri giovani”, ha osservato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
La mappa delle aperture
Le Regioni italiane in cui le superiori sono ripartite oggi sono Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia Romagna.
Le lezioni in presenza erano già cominciate nelle Regioni Toscana, Val d’Aosta e Abruzzo e nel Trentino.
Le superiori riapriranno il primo febbraio in Sardegna, Veneto, Calabria, Basilicata e Friuli Venezia Giulia, mentre nelle Marche dovrebbero riprendere sempre nella stessa data “se l’andamento della curva rimarrà con l’Rt sotto a uno anche nella prossima settimana”, ha annunciato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli.
Lucchetti all’Ufficio scolastico lombardo
In Lombardia, intanto, singolare protesta degli studenti del Comitato in Difesa della Scuola che, la notte scorsa, hanno bloccato con catene e lucchetti gli ingressi dell’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia, riempiendo l’ingresso di cartelli con scritto “Chiuso per incompetenza”.
Manifestazioni pro e contro
In mattinata e nel pomeriggio, intanto, sono previste a Roma e in altre città italiane manifestazioni e iniziative di comitati e di studenti che chiedono maggiori investimenti per la scuola o che si oppongono al rientro in presenza considerandolo “imprudente”.
Lagalla, pronti a riaprire le Superiori
“Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda”, aveva detto sabato il governatore Musumeci, attaccato dalle opposizioni per la scelta di chiudere “prima la scuola”.
“A chi dice che abbiamo iniziato lo screening troppo tardi – aveva aggiunto l’assessore Roberto Lagalla – dico che occorreva disporre campionamenti quasi in concomitanza del ritorno a scuola per fotografare la situazione attuale. Adesso abbiamo due settimane per verificare cosa succederà, ma siamo pronti a riammettere a scuola anche il 50% degli studenti delle superiori”.
Domani Lagalla in Commissione all’Ars
Domani, intanto, Lagalla sarà sentito in Commissione all’Ars su richiesta del Pd, e Nello Dipasquale, parlamentare regionale dem, ha ribattuto che “Ancora una volta il governo regionale, nella gestione dell’emergenza covid in Sicilia, si è mosso in modo inadeguato: se l’assessore avesse accettato un confronto istituzionale prima, avrebbe potuto ascoltare le nostre proposte per correggere la rotta”.
Preoccupante il disagio psicologico
La preoccupazione delle opposizioni riguarda soprattutto lo stato di disagio psicologico degli studenti siciliani.
Vittoria Casa (M5S), presidente della Commissione Cultura della Camera, aveva parlato di “preoccupante noncuranza del tasso di dispersione e di abbandono scolastico” e sul “disagio psicologico che provano le nostre ragazze e i nostri ragazzi”, invitando a soffermarsi sui numeri e sul fatto che, a Palermo, nel corso degli screening su studenti e docenti, la percentuale di positività fosse dello 0,27%.
A Palermo riaprono i nidi
Oggi intanto a Palermo riaprono alcuni nidi comunali – Faro, Allodola, Pantera Rosa e la scuola dell’Infanzia Oberdan, tranne la sezione nella quale sono stati riscontrati casi Covid tra il personale, mentre restano chiusi Papavero, Maria Pia di Savoia, Grillo Parlante – e scuole elementari e prima media come nel resto della Regione.
Il sindaco Leoluca Orlando ha istituito controlli davanti agli istituti scolastici per evitare assembramenti tra genitori che “possono accompagnare i loro figli – ha evidenziato – ma non possono fermarsi a chiacchierare”.
Apertura delle scuole non a rischio
Ieri a tarda sera la direttrice del dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Palermo, Loredana Curcurù, ha inviato una nota al Sindaco di Palermo spiegando che, alla luce dello screening – su 6.771 tamponi effettuati in tre giorni (dal 15 al 17 gennaio) dall’Asp i positivi sono stati 23, lo 0,34%, e ieri dodici su 2.175 (0,55%) – “non si ritiene l’apertura delle Scuole una attività di rischio, se mantenute tutte le precauzioni e normative ministeriali e assessoriali”.
Lo screening, che proseguirà anche nei prossimi giorni, è rivolto a scuole elementari e medie.
Nel Siracusano, 47 positivi
Sono stati invece trovati 47 positivi su 7.234 tamponi rapidi nei drive in protrattisi per tre giorni ed eseguiti dall’Asp di Siracusa su personale scolastico e una parte di alunni di elementari e medie in tutti i Comuni della provincia per la campagna di screening voluta dalla Regione.
A Siracusa sono stati eseguiti 1529 tamponi rapidi di cui 6 sono risultati positivi; ad Avola 409 (4 positivi), a Lentini 355 (2), ad Augusta 202 (3), a Floridia 580 (nessun positivo); nessun positivo a Sortino, Portopalo, Canicattini, Pachino Palazzolo; a Rosolini 563 (1), a Carlentini 338 (5). a Noto 272 (2), a Priolo Gargallo 400 (4), a Villasmundo 166 (1), a Francofonte 680 (19).