La scuola italiana da oggi ritorna, tranne poche eccezioni, tra cui la Sicilia, alla didattica a distanza.
A un anno dal lockdown del quattro marzo del 2020 quasi sette milioni di studenti da stamattina sono costretti a seguire le lezioni in dad, otto su dieci, l’81% degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie.
La scorsa settimana gli studenti in dad erano cinque milioni e settecentomila.
Proteste in tutt’Italia
Proteste sono state organizzate in questi giorni, e lo saranno anche oggi, da Comitati di genitori e di studenti in diverse città italiane.
In sedici Regioni italiane su venti sono chiuse quasi tutte le scuole.
Il quadro non è omogeneo sul territorio: il virus costringe a casa infatti il 95% degli studenti del nord e meno di due su tre nel Mezzogiorno.
Al centro ci si attesta sulla media nazionale di 8 su 10.
Salva la scuola siciliana
Si salvano da questa chiusura totale la Sicilia con 613.691 alunni a scuola, la Val d’Aosta con 15.552 in presenza e la Sardegna con 169.172 alunni; momentaneamente si salva anche la Calabria (dopo un ricorso al Tar) con 233.209.
L’Assessorato, nessuna variazione dell’assetto
L’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale ha confermato come il passaggio della Sicilia da zona gialla ad arancione “non determini alcuna variazione dell’attuale assetto organizzativo”.
“Prosegue inoltre – ha dichiarato l’assessore Roberto Lagalla – il monitoraggio sanitario della popolazione scolastica e la vaccinazione del personale docente e non docente”.
Resta ovviamente sospesa l’attività didattica in presenza nei Comuni individuati come zona rossa o in cui il rapporto tra contagi e popolazione sia superiore ai duecentocinquanta e centomila abitanti.
Tra questi Caltanissetta, dove ieri sera il sindaco ha firmato un’ordinanza di chiusura delle scuole a causa di un boom di contagiati: cento in tre giorni.