Sono finite le graduatorie, anche quelle di istituto: nella materie scientifiche, ma anche per le maestre e per italiano. In molte scuole delle province è dunque già partita la caccia al supplente tramite il sistema Interpello.
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Da quest’anno saranno le scuole a pubblicare online gli annunci con i “buchi” e a raccogliere le disponibilità degli aspiranti supplenti.
Il nuovo sistema, come precedentemente detto, si chiama “Interpello” e va a sostituire il sistema delle Mad, messe a disposizione. Insegnanti abilitati, ma anche neo-laureati o addirittura studenti possono rispondere all’annuncio. Saranno poi le scuole a valutare, attraverso criteri che orientano la scelta verso chi ha più titoli e poi più esperienza, e ad arruolare i supplenti.
L’elenco delle province dove si cercano docenti è ormai lungo: sono oltre trenta province hanno aperto le procedure per gli interpelli. Si va da Torino e Novara in Piemonte a Milano, Monza, Bergamo, Pavia e Mantova in Lombardia, poi Bologna, Genova e La Spezia, Livorno, Siena e Prato, Vicenza, Venezia e Padova. Non fa eccezione il Sud, dove sia a Catanzaro che a Ragusa le graduatorie cominciano a svuotarsi.
A complicare ulteriormente le cose quest’anno ci sono gli impegni assunti dal governo con l’Europa nell’ambito del Pnrr. In teoria l’Italia, ai tempi del governo Draghi, si era impegnata a svolgere una serie di concorsi che dovevano servire a mandare in ruolo circa 70 mila nuovi docenti. Visti gli enormi ritardi della macchina amministrativa, il governo Meloni è riuscito a spuntare una nuova scadenza, ovvero fine 2026. Ovviamente, tenendo sempre conto del vincolo dell’assunzione tramite concorso. Il problema è che di queste procedure se n’è svolta una soltanto, che inoltre si è trascinata molto più a lungo del previsto. A settembre, infatti, le graduatorie del concorso da cui si doveva pescare la prima tranche di vincitori non erano ancora pronte. Inoltre, non si potevano nemmeno chiamare dei supplenti temporanei per coprire i posti “sospesi”.
A peggiorare ancora di più la situazione c’è il fatto che quest’estate il Mef aveva autorizzato circa 45 mila nuove assunzioni per quest’anno. Quasi la metà dei posti, però, sono stati accantonati in attesa dei nuovi concorsi previsti dal Pnrr che dovrebbero essere banditi entro novembre e dunque svolgersi nel 2025. Una scelta che ha provocato le proteste dei cosiddetti idonei del concorso 2020. Nel loro caso il governo ha deciso di trasformarle in graduatorie a esaurimento: elenchi da cui pescare i nuovi assunti fino all’ultimo nome presente in lista. La precedenza, però, va comunque data ai vincitori dei concorsi Pnrr. Gli idonei per ora devono accontentarsi di fare i supplenti e i ragazzi che avrebbero avuto diritto a degli insegnanti in pianta stabile, continuano la corsa alla ricerca dei professori.