Sanità

Sebastiani, Cnr: “Sicilia vicina al picco della terza ondata”

Raggiunto il picco della terza ondata della pandemia di Covid-19 in Italia, ma con alcune incognite perché la curva, piegata grazie alle misure più severe del periodo natalizio, potrebbe appiattirsi.

E’ quanto emerge dai calcoli del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). A indicare che “siamo nel pieno della terza ondata”, dice Sebastiani, sono le analisi sull’andamento della curva relativa alla percentuale dei positivi sui casi testati e di quella sui tamponi.

Giovanni Sebastiani

“Il picco, raggiunto grazie alle misure di Natale-Epifania, c’è stato nei primi giorni di gennaio e sarà localizzato meglio con i dati futuri”, osserva il matematico. “Dopo il picco della seconda ondata, raggiunto il 17 novembre circa grazie alle misure di ottobre-novembre, e la successiva discesa, la curva dei positivi sui casi testati iniziava a salire di nuovo attorno al 20 dicembre.

A livello regionale, il trend attuale della percentuale dei positivi è di decrescita o stallo per quasi tutte le regioni-province autonome, incluso il Veneto che cresceva dall’inizio di ottobre. Solo Molise, Sardegna e Sicilia mostrano trend in crescita, ma l’ultima sembra vicina al picco”.

A livello nazionale sono in crescita le curve del numero di pazienti Covid-19 ricoverati nelle unità di terapia intensiva e nei reparti ordinari, così come quella dei decessi.

“I risultati delle analisi prevedono che queste curve raggiungeranno il picco alla fine di questa settimana o nella prossima”, rispecchiando il consueto intervallo di tempo che intercorre fra la diagnosi e i decessi.

“Siamo comunque di fronte ad alcune incognite, la prima delle quali – osserva Sebastiani – è l’effetto dell’allentamento delle misure rilasciate il 7 gennaio, che potrà essere osservato a partire dal 20 gennaio circa. Bisogna inoltre considerare che presto alcune regioni inizieranno la scuola in presenza e che, infine, fra gennaio e febbraio si hanno le condizioni più favorevoli per la circolazione dei virus influenzali e lo stesso ci aspettiamo per il coronavirus”.