Intervista

“La politica monetaria restrittiva è la risposta più corretta all’incremento generale dei prezzi”

PALERMO – La crisi economica globale ha messo in difficoltà milioni di persone nel mondo. I risvolti in Italia, e in Sicilia, sono quelli di aver creato una nuova fascia di povertà, le cui dimensioni continuano a crescere. Interviene al QdS il professor Sebastiano Bavetta, professore ordinario di Analisi economica e microeconomia del “Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche” di UniPa.

Professore, possiamo ritenere che la pandemia e la guerra in Ucraina siano stati prodromici all’attuale crisi economica, oppure la situazione generale aveva già imboccato questa strada e questi eventi hanno rappresentato solo “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”?
“La crescita economica registrata nel nostro paese subito dopo l’epidemia di COVID-19 è stata soprattutto l’effetto del rimbalzo legato alla riapertura delle attività economiche e delle risorse riversate dallo Stato nel settore dell’edilizia. I mali di fondo dell’economia italiana, cioè la limitata competitività nel settore dei servizi e la bassa produttività non sono stati eliminati. Non sorprende che, in una congiuntura difficile come quella che l’Europa sta attraversando, l’economia italiana registri tassi di crescita limitati”.

Gli ultimi dati a disposizione indicano che l’inflazione sia in leggero calo rispetto all’inizio dell’anno ma, nonostante questo, i prezzi al consumo, soprattutto dei generi alimentari, continuano a crescere. Perché?
“L’inflazione è significativamente diminuita negli ultimi mesi, così come l’aspettativa degli operatori economici sull’inflazione futura. C’è ragione quindi di manifestare moderato ottimismo sull’andamento dell’inflazione in questi ultimi mesi del 2023 e nel 2024. Non tutti i beni di consumo hanno visto ridurre la crescita dei prezzi nella stessa misura. È nell’ordine delle cose, e non necessariamente il riflesso di strategie di prezzo finalizzate ad approfittare dell’inflazione. Infatti, almeno per l’Italia, l’evidenza empirica disponibile suggerisce che il livello dei margini di profitto sia tornato ai livelli pre-pandemici, in quasi tutti i settori”.

Sulla base della sua esperienza, quali sono le contromisure che dovrebbero essere messe in atto non solo per stabilizzare la situazione ma, e soprattutto, per riportare prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari a valori più simili a quelli del 2019, se è possibile?
“La politica monetaria restrittiva, vale a dire tassi di sconto più alti praticati dalla Banca centrale, è la risposta più corretta all’incremento generalizzato dei prezzi. Nei singoli mercati, per esempio nel mercato dell’energia o nell’alimentare, la strategia migliore sia per contenere l’aumento dei prezzi, sia per accrescere la soddisfazione del consumatore, è aumentare il livello di competizione”.