Concorsi

“Sei grassa”, ma c’è un errore: candidata vince ricorso e diventa carabiniera

Tutto è bene quel che finisce bene. Un sogno che era stato spezzato per via di un errore, grazie al corso della giustizia, è diventato realtà. Incredibile la storia vissuta da una ragazza, che era stata esclusa dal concorso per 2000 allievi carabinieri in ferma quadriennale per eccesso di massa grassa rilevato durante le prove psicofisiche. Dopo il ricorso presentato d’urgenza non ritenendo corrette le valutazioni, il Tar e il Consiglio di Stato le hanno dato ragione, riammettendola al concorso.

Errore sull’altezza

La candidata era stata respinta poichè il suo indice di massa corporeo (IMC) e la sua massa grassa erano risultati oltre il limite consentito a causa dell’altezza rilevata durante il concorso. 

Trattasi di errore, grave, tant’è che durante una perizia disposta nel corso del giudizio di primo grado, la candidata è risultata essere più alta, con la conseguenza che i parametri rientravano perfettamente nei limiti stabiliti dal bando.

Tar e Consiglio di Stato hanno dato ragione alla ragazza

“La conferma dell’erroneità della citata misurazione si evince dagli stessi atti matricolari depositati dall’interessata (e non contestati dall’Amministrazione – riferiscono i giudici – dai quali emerge che l’altezza dell’odierna appellata, che come dalla medesima riferito è stata nuovamente misurata all’atto del reclutamento, è risultata pari a 172 cm” (e non 170 cm, come rilevato dalla commissione, ndr).

Così il Tar ha accolto il ricorso, mentre successivamente il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Ministero della Difesa e confermato la riammissione della candidata.

Alla fine, la donna ha realizzato il suo sogno ed è stata assunta dall’Arma dei carabinieri.

“In molti casi – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo, dello studio legale Leone-Fell & C. –  l’inidoneità ottenuta al termine di una prova e la conseguente esclusione dal prosieguo delle prove di concorso può essere contestata. Non sempre, infatti, le valutazioni della commissione sugli accertamenti psicofisici e su quelli sanitari sono compiute in modo legittimo. Non di rado – precisano i legali che hanno difeso la candidata – le strumentazioni mediche utilizzate sono obsolete e gli esiti possono essere confutati richiedendo al giudice amministrativo la ripetizione dell’esame. Anche questa volta  – concludono – siamo riusciti non solo a far riammettere la nostra ricorrente al concorso, ma anche a consentire la sua assunzione”.