A prima vista potrebbe sembrare reale. Il nome e la firma in calce di un vero esponente dell’Arma dei carabinieri potrebbe portare l’incauta vittima ad aprire la mail e., magari, fornire i propri dati bancari. Da giorni c’è un tentativo di phishing che sta terrorizzando tantissimi cittadini in tutta Italia: da diverso tempo, arrivano nelle caselle di posta elettronica di ignari cittadini, false convocazioni di giustizia da parte dell’Europol a nome di tale Teo Luzi, generale del corpo dei carabinieri, in cui vengono contestati reati.
Nella mail, si informa la vittima che “A seguito di analisi e lavori effettuati dalla nostra Brigata per la Tutela dei Minori (BPM) sulla rete informatica, sono state individuate alcune tracce dei tuoi dati identificativi e sei oggetto di diversi procedimenti giudiziari in essere” in materia di pornografia, pedopornografia e cyberpornografia, e di dare riscontro entro 72 ore, ovvero “fornire le vostre giustificazioni affinché possano essere approfondite e verificate al fine di valutare le sanzioni. Trascorso tale termine – si legge – saremo obbligati a presentare la nostra segnalazione”, per “per stabilire un mandato di cattura nei suoi confronti”.
Ci sono però alcuni indizi che evidenziano che si tratti di una truffa: innanzitutto la mail dalla quale arriva la comunicazione, l’indirizzo a cui viene mandato il comunicato, il cui dominio è francese, infine il tu con cui si rivolge il sedicente comandante. In ogni caso, come consiglia la polizia postale, occorre stare attenti.
Nonostante il tentativo di truffa sia palese, a qualcuno potrebbe sfuggire. Per questo Marcello La Bella, dirigente della Polizia postale di Catania. “In questo periodo i tentativi di truffa si sono intensificati – dice. Il consiglio è quello di non aprire mai allegati di cui non si conosce la provenienza – continua. In questo specifico caso, si tratta su un tentativo di truffa basato su una minaccia. Chi riceve questa mail non ha ovviamente commesso reato, ma c’è chi gioca con la paura delle persone. Se si è oggetto di indagine non arrivano comunicazioni via mail. In ogni caso – conclude – chi dovesse ricevere queste mail piò segnalare alla Polizia postale.