Svantaggio competitivo, divario con le regioni del Nord, squilibri occupazionali e spopolamento inesorabile. Parte da un’analisi dettagliata sullo stato dell’arte, il Programma regionale FESR Sicilia 2021/2027 adottato dalla giunta Schifani nel dicembre 2022. Che, tra le priorità, annovera quella di una “Sicilia più inclusiva”, in relazione al rischio povertà, sempre in agguato, materiale ed educativa, e alle conseguenze in termini di fuga di cervelli e qualità della vita.
Calo demografico. “La popolazione siciliana è in forte calo dal 2012 con una riduzione nell’ultimo decennio pari al -2,6% che ha determinato un disequilibrio tra la popolazione in età attiva e non attiva”, si legge nell’introduzione al Programma regionale. “Il PR, in relazione alla Priorità 5, si propone di contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Pilastro UE dei Diritti sociali, al fine di assicurare adeguati livelli di protezione sociale e inclusione, investendo nell’istruzione e nella formazione e rafforzando le opportunità per una piena partecipazione alla vita sociale e culturale delle persone”.
Il Pr parte dai numeri su occupazione, adulta e giovanile, impiego femminile, abbandono scolastico, competenze digitali e, in generale, formazione e inclusione. Numeri che lasciano poco all’immaginazione. “Con riferimento agli elementi di contesto – si legge – la crisi scaturita dalla pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente accentuato le disuguaglianze ed esteso le aree del disagio, a fronte di un quadro regionale con difficoltà strutturali. Infatti la Sicilia si attesta su posizioni distanti rispetto gli obiettivi del Pilastro UE per il 2030”.
Lavoro. Stando a quanto riportato nel Pr, il tasso di occupazione degli adulti tra i 20 e i 64 anni, nel 2020, era pari al 44,5%, “ben distante dal target UE del 78% e con un rilevante divario di genere. La partecipazione femminile al lavoro non è supportata da un’offerta di servizi di cura per la prima infanzia adeguata (soltanto il 5,8% di bambini 0 a 3 anni che ha usufruito nel 2019 del servizio). Altissimo anche il numero di chi non lavora, non studia e non cerca un’occupazione. Raggiunge il 37,5% il numero dei NEET, molto lontano dall’9% dell’UE.
Abbandono scolastico. Quasi il 20%. Arriva a l 19,4% il tasso di abbandono scolastico registrato nel 2020. Un numero in calo rispetto al passato ma ancora molto elevato. Il “livello di apprendimento permanente – continua il Pr – in Sicilia si ferma al 4,7% (comunque non lontano dal dato nazionale), così come la diffusione di competenza digitali di base. Considerati i punti di debolezza indicati, la strategia proseguirà nel sostegno ad iniziative volte ad elevare la qualità dei servizi, perseguire modelli di contrasto al disagio e per l’inclusione e l’innovazione sociale, che terranno conto delle esigenze territoriali/settoriali e individuate anche a seguito di pipeline di progetti”.