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Sempre più cani in spiaggia, ma non tutte sono adatte

ROMA – Portare il cane in spiaggia è un’abitudine frequente per molti consumatori che vogliono condividere anche le vacanze con il proprio animale domestico. Purtroppo, però, non tutte le località balneari sono adatte ad accogliere gli amici a quattro zampe e quindi, prima di partire è bene informarsi sull’esistenza di provvedimenti locali che disciplinino l’area di villeggiatura.

A dirlo l’Unione nazionale consumatori, precisando che non esiste infatti una legge nazionale che regolamenta l’accesso degli animali alle spiagge libere e alle acque demaniali, pertanto, in assenza di espliciti divieti regionali, comunali o delle autorità marittime valgono le regole generali per i luoghi pubblici che prevedono che possano girare se sono tenuti al guinzaglio o se hanno la museruola. Gli eventuali divieti devono essere proporzionati, ben motivati e circostanziati, formalmente corretti nonché chiaramente comunicati all’utenza, per essere considerati legittimi.

Il titolare della concessione su una spiaggia può vietare l’accesso agli animali nel proprio stabilimento balneare o, al contrario, può chiedere al Comune un’autorizzazione a consentirne la presenza. Sono sempre esclusi dalle limitazioni di accesso i cani di salvataggio e i cani guida per non vedenti.

Nel momento in cui si porta un cane in spiaggia è fondamentale che il padrone segua delle regole per rendere piacevole la permanenza sia all’animale sia alle altre persone che vivono il mare. Innanzitutto, si deve ricordare di portare sacchetto e paletta per raccogliere le deiezioni, i documenti dell’animale, i contatti del veterinario, acqua fresca e telo per evitare che stia a contatto con la sabbia rovente.