Presiedere la seduta inaugurale della XIX legislatura di palazzo Madama è “una prova in più di una lunga vita che mi ha visto umiliata, offesa, invisibile, che mi ha visto perdere gli affetti più cari e che mi porta per i casi della vita a prepararmi a sedere sullo scranno della presidenza del Senato”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, intervistata da Rainews24, in viaggio in treno verso Roma, prima dell’inizio dell’aula.
“Io son sempre la stessa -ha aggiunto- una vecchia, con il braccio tatuato, che non dimentica, che non perdona, che ricorda e che fatto di gran parte della sua vita il dovere della testimonianza”. I conti con la storia della shoah “non si sono fatti e lo sappiamo bene… Ogni tanto torna fuori l’armadio della vergogna, quello che hanno fatto in Germania… I conti con la storia penso che ormai non si faranno più”.
Per superare il clima d’odio, avverte, bisogna “smetterla con la politica urlata, dando lo spazio all’antagonista di dire quello che pensa, questa è la democrazia, è molto più della buona educazione. E’ la democrazia che ha scelto, oggi, questo nuovo governo e quindi va rispettato il voto dei cittadini, qualunque esso sia. Ero molto giovane e ricordo quando non si poteva votare, non c’era democrazia: la differenza -conclude- tra la democrazia e il totalitarismo non è solo sostanza, è lo spirito di un popolo”.