Esposta (anche) nei Palazzi del potere, è arrivata in Senato, presso la biblioteca di Santa Maria sopra Minerva, la reliquia di Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso dalla mafia, dalla ‘Stidda agrigentina’, il 21 settembre 1990. Custodita nella sua teca, la camicia insanguinata del giudice morto a 37 anni, divenuto Beato nel maggio del ’21, si è materializzata agli occhi dei parlamentari, nelle ore della cattura del boss Messina Denaro, ricordando loro uno dei magistrati che ha pagato con la vita la lotta alla criminalità organizzata in Sicilia.
A Montecitorio, sede della Camera, il primo passaggio ieri, dove già da giorni è stata allestita una mostra fotografica, con le gigantografie di Pio La Torre, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Oggi alla Sala Capitolare politici e magistrati discutono dell”Attualità del beato Rosario Livatino’. Con i parlamentari e i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato in Vaticano. In Sala pure il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, tra i fondatori del ‘Centro studi Livatino’.
Quella di oggi in Senato è una delle tappe che ospitano il ricordo di Livatino, uno degli appuntamenti previsti per la settimana della Peregrinatio capitolina della ‘camicia insanguinata’. Già portata in chiese e basiliche della capitale, la teca verrà esposta anche presso il Comando Generale della Guardia di Finanza, nella sede di Confindustria, presso la sede del Consiglio Superiore della Magistratura e il ministero della Giustizia.