ERICE (TP) – La guerra infinita tra i Comuni della provincia di Trapani e L’Eas, l’ente acquedotti siciliano. In questi giorni l’ennesimo round con l’istanza del Comune di Erice che chiede alla municipalizzata della Regione, oramai in via di smantellamento e quindi di chiusura, la bellezza di 4 milioni di euro.
L’Amministrazione comunale ericina, guidata dal sindaco Daniela Toscano, ha infatti deciso di insinuarsi nella liquidazione coatta amministrativa dell’ente regionale con l’obiettivo di recuperare i crediti vantata dal municipio. Soldi che sono il frutto dei tanti interventi effettuati sulle reti idriche e fognarie che ha effettuato il Comune nel corso degli anni, mentre di fatto sarebbero spettati all’Eas.
“Tante, troppe volte ci siamo sostituiti all’Eas, coprendone le evidenti inadempienze, – attacca la Toscano – per interventi urgenti di riparazione e manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica, al fine di scongiurare l’interruzione di un servizio necessario ed evitare l’insorgere di gravi ripercussioni di natura igienico-sanitaria nel nostro territorio. Attenendosi alla convenzione con lo stesso Ente Acquedotti Siciliani, al quale è affidata la gestione della rete idrica comunale, il Comune ha agito in via sostitutiva. Secondo la stessa convenzione, tali interventi devono essere rimborsati, così come deve essere versato prontamente il canone per la fognatura e per la depurazione che riscuote dai bollettini di pagamento per il consumo delle utenze idriche”.
Stando ai calcoli effettuati dagli uffici, dal 2007 al 31 dicembre 2020 l’importo complessivo per gli interventi sostitutivi effettuati dal Comune di Erice è stato quantificato in oltre 2,8 milioni di euro, mentre i canoni fognari e depurativi 2017/2019, a seguito di apposita istanza di accesso agli atti, è pari a 272.455,54 euro allo stato attuale degli incassi. “Sono somme dei cittadini ericini – aggiunge la prima cittadina – e faremo di tutto per il loro recupero. Auspichiamo l’intervento della Regione Siciliana che è responsabile di questo situazione”. Non è certo la prima volta che un Comune del trapanese cita in giudizio l’Eas per inadempienze nella gestione del servizio. Proprio Erice qualche anno fa aveva portato l’Eas davanti al tribunale delle Acque di Palermo.
Una storia che si legava a doppio filo a quella relativa ai danni accertati dalla qualità dell’acqua, in sede civile, che negli anni è stata erogata nell’acquedotto comunale ericino e agli interventi che in via sostitutiva ha effettuato negli ultimi anni il Comune al posto proprio dell’Eas, società che è da tantissimo tempo in via di liquidazione che non è stata in grado di poter svolgere la sua funzione di gestione della rete. Una serie di sentenze sono già state vinte dal Comune. Per questi fatti la sindaca ericina ha anche deciso di presentare esposto denuncia presso la Procura di Trapani, incaricando l’avvocato Maltese di redigere l’atto, affinché si accertassero le eventuali responsabilità per fatti penalmente in capo ad Eas. Stessa cosa hanno fatto i Comuni di Paceco e Castellammare del Golfo a cui sono stati riconosciuti risarcimenti per somme spese. Già due le cause vinte dal Comune di Erice, l’ultima da 487 mila euro dopo che una prima volta il tribunale gli aveva riconosciuto un altro mezzo milione di euro.
Si tratta di canoni fognari e depurativi, calcolati fino al dicembre 2016, incassati da Eas con il pagamento da parte dei cittadini delle fatture del servizio idrico. Peggio è andata con il Comune di Castellammare del Golfo a cui invece il tribunale ha riconosciuto un rimborso di ben 1,3 milioni di euro proprio per interventi sostitutivi alla rete idrica e fognaria negli ultimi anni.