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Servizio idrico e gestione unica ridimensionata. L’Ati Ct presenta appello alla sentenza del Tar

CATANIA – “L’Ati ha ottemperato pedissequamente alle disposizioni della sentenza 1257/2022 del Cga”. È sulla base di questo convincimento che l’Assemblea territoriale idrica di Catania ha deciso di presentare appello alla sentenza del Tar con cui, a novembre, è stata parzialmente annullato la convenzione stipulata in estate con la Servizi idrici etnei, la società pubblico-privata che ha ottenuto il diritto di essere il gestore unico in tutta la provincia. Lo scorso lunedì, il presidente dell’Ati Fabio Mancuso, che è anche sindaco di Adrano, ha firmato la determina con cui si affida l’incarico di difendere le ragioni dell’ente agli avvocati Riccardo Farnetani e Rocco Mauro Todero. I due legali negli ultimi anni hanno già seguito più volte le vicende connesse ai rapporti tra l’Ati e la Sie. In questo caso la parcella per ognuno dei professionisti sarà di settemila euro più spese e contributi previdenziali.

All’origine del provvedimento del Tribunale amministrativo regionale c’era stata la tesi secondo cui l’Ati, che rappresenta l’organo politico che in ambito provinciale si occupa del servizio idrico, non aveva tenuto conto di quanto previsto dalla Cga, con la sentenza che nel 2022 ha ribadito la validità dei risultati della gara d’appalto che a metà anni Duemila aveva visto vincitore il raggruppamento di imprese che oggi stanno in Hydro Catania, il socio privato di Sie. “Tenendo in assoluto non cale la sentenza n. 1258/2022 del Cga, (l’Ati, ndr) ha resuscitato il Piano d’ambito annullato”, hanno scritto i giudici optando per un linguaggio giuridico arcaico.

In sostanza, però, per il Tar l’Ati ha commesso un errore nell’aggiornare la convenzione trentennale che delineerà i rapporti con Sie…

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