PALERMO – Attività commerciali chiuse per decreto, tutti chiusi a casa. Nella vita quotidiana dell’emergenza sanitaria le strade sono segnate da saracinesche chiuse e tante famiglie che si sono trovate costrette ad abbandonare da un giorno all’altro il proprio lavoro. In locali molto spesso in affitto. Il tema non è argomento di poca importanza, e ne hanno discusso in videoconferenza diversi esponenti di Confedilizia e altri esperti del settore, per cercare di comprendere lo stato delle cose e provare a immaginare cosa sarà il futuro.
“Per l’affitto in particolare – ha detto Giorgio Spaziani Testa, presidente nazionale Confedilizia – noi vediamo positivamente il credito d’imposta per conduttori, esercenti, attività commerciali, botteghe e negozi, ma è solo un primo passo. Noi spingiamo perché venga esteso anche nei mesi successivi, aprile e maggio, e poi per altre attività che stanno soffrendo”.
Nella discussione si è parlato anche del sistema di garanzie pubbliche per i prestiti. “Vogliamo l’intervento diretto dello Stato per il pagamento dei canoni delle attività anche non commerciali – ha detto ancora Spaziani Testa -. Chiediamo anche che, da un lato, venga eliminata l’assurda regola del pagamento per intero dei tributi legati ai canoni, e poi incentivi per attività economiche che partiranno con maggior difficoltà. Un abbassamento della tassazione dei locali commerciali e lo spostamento della scadenza del 16 giugno per il pagamento dell’Imu”.
“Le ultime disposizioni – ha aggiunto Paolo Scalettaris, presidente Confedilizia Udine – non hanno apportato nulla di nuovo tranne il beneficio concesso del credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione di negozi e botteghe appartenenti alla categoria catastale C/1 per il mese di marzo 2020. Ma riguarda una parte molto limitata dell’intero comparto delle locazioni”.
Altro argomento scottante è quello delle locazioni a studenti universitari, un problema che si pone in misura considerevole, in quanto molti studenti sono tornati alle case di origine dopo la chiusura delle università e l’interruzione delle attività didattiche in sede. “Il problema è particolare – ha specificato Scalettaris – perché è prevista da un decreto ministeriale del giungo 2017 la stipula di un modello di contratto specifico, che prevede la possibilità del conduttore del recesso per gravi motivi con preavviso di tre mesi”. E l’emergenza sanitaria è evidentemente un grave motivo valido, per cui chi rimane tra i locatari si ritrova a doversi fare carico dell’intera quota. Più in generale, l’impatto dell’emergenza sanitaria sul fisco sarà enorme.
“In primis la nuova normativa sul credito di imposta – ha commentato Francesco Veroi, responsabile del coordinamento tributario Confedilizia – per i conduttori dei negozi accatastati in categoria C1: praticamente, se svolgono attività che sono state bloccate, possono ricevere al contributo del 60%, ammontare pagato al proprietario”.
La norma ha suscitato un ampio dibattito: ci si aspetta che venga prorogato ad aprile ed esteso a conduttori di altre attività, agli uffici e studi professionali, ai laboratori professionali, alle palestre e agli alberghi. Sono stati sospesi gli adempimenti per la registrazione dei contratti di locazione, da 30 giorni dalla data dell’atto spostati al 30 giugno. La proroga vale anche per i versamenti dell’imposta di registro: “I canoni commerciali vanno dichiarati e pagati sulla base dei parametri ante crisi – ha detto Veroi – stiamo insistendo affinché si riveda normativamente questa situazione. Per tutti i contratti in essere potrebbe essere importante la reintroduzione della cedolare secca per permettere al conduttore di potersi rimettere in carreggiata”.