Consumo

Lo shopping siciliano resta in lockdown, vendite ancora in calo

MILANO – Continua il trend negativo dei consumi. Secondo quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Confimprese-Ey il primo semestre 2020 si chiude fortemente in calo del 43% rispetto a quello del 2019. Il settore in maggiore sofferenza è l’abbigliamento (-45%), seguito dalla ristorazione (-44,4%) e da altro non alimentare (-31%).

Nell’analisi specifica del mese di giugno, primo mese post Covid senza chiusura forzata, si registra un -27% di vendite, con sempre i settori merceologici in maggior affanno: abbigliamento (-32%) e ristorazione (-30%). Dato confortante, invece per il settore cosiddetto “non food” che ha registrato un +15%, grazie soprattutto ai beni durevoli che hanno beneficiato della consegna merci e di un recupero di decisioni di acquisto rimaste sospese durante il lockdown.

I trend per aree geografiche mostrano numeri più o meno equilibrati tra di loro. Se la palma di peggiore va al Centro con una flessione vicina al 30% seguito dal Nord-Est con -27,5% e il Nord-Ovest con -27%, va leggermente meglio per il Sud che registra un -23,5%, risultato frutto anche della lieve ripresa del settore turistico.

A livello regionale maglia nera per Sicilia e Calabria, che nonostante abbiano avviato i saldi il primo luglio a dispetto delle disposizioni della Conferenza delle regioni che li aveva inizialmente posticipati al primo agosto registrano numeri impietosi, – 24,8% e -24,5% ma, “a giudicare da recenti rilevazioni – spiega Confimprese – l’avvio anticipato dei saldi dovrebbe portare a risultati migliori a fine luglio. Nelle città principali dell’Isola, Catania (-43%) fa peggio di Palermo (-41%) nei dati del primo semestre di quest’anno, mentre nel mese di giugno a fare peggio è il capoluogo siciliano, -24% contro il -22% del comune etneo”.

In generale, invece, la Toscana erode qualche punto percentuale rispetto a maggio (-48,8%), ma rimane pur sempre la peggiore in Italia con -33%. In seconda posizione l’Emilia-Romagna che chiude giugno a -30,2% e sorpassa la Lombardia (-29.6%).

“Al di là delle cifre che – spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – con un calo del 43% nella prima metà anno fanno difficilmente ipotizzare una chiusura 2020 migliore di un -25-30% con impatti notevoli sulla redditività del settore e sulla continuità di molti operatori, occorre soffermarsi sulle modifiche strutturali nei modelli di vita, in particolare smart working e viaggi di affari e di flussi internazionali.”

“La Sicilia – continua Maiocchi – nonostante il Sud abbia flessioni meno importanti rispetto alle altre aree d’Italia, risente della mancanza di incoming turistici. L’auspicio è che avendo avviato i saldi il primo di luglio, la differenza del resto d’Italia possa recuperare qualche punto percentuale in luglio”.

Per quanto riguarda i canali il mese di giugno vede centri commerciali, outlet e highstreet delle grandi città intorno al -30%, meglio le aree periferiche delle grandi città e le città di provincia con -20%, mentre il travel è il canale più in sofferenza a -72%. Sul semestre situazione più equilibrata con centri commerciali, outlet e highstreet delle grandi città intorno al -45%, le aree periferiche delle grandi città e le città di provincia con-20%, mentre il travel è il canale più in sofferenza a -58%.

A fare da contraltare ai numeri negativi dei canali fisici c’è sempre l’e-commerce. Il commercio elettronico, infatti, registra +135% nel trimestre aprile-giugno e, anche con negozi fisici aperti, mantiene una forte crescita del 54% nel mese di giugno comparato al 2019.