Alcuni sostengono in diversi campi della vita sociale che una persona vale quanto un’altra (assolutamente vero sul piano etico). Questo è peraltro un principio democratico secondo il quale i voti sono tutti uguali perché – per definizione – i votanti sono tutti uguali.
Che tale modello democratico funzioni è ancora da dimostrare in quanto, molto spesso, vengono elette persone senza alcuna qualificazione, senza competenze, senza cultura: insomma, senza. Queste persone, poi, sono chiamate a dirigere un Popolo approvando leggi e gestendo la Cosa pubblica. Un vero non senso perché chi dirige gli altri deve essere più bravo degli altri, quindi, in altri termini, deve avere merito.
Ecco il punto, devono andare avanti coloro che hanno merito, il quale si acquisisce con diversi requisiti fra cui competenze, esperienze, savoir-faire, voglia di fare, capacità: un cocktail fondamentale senza del quale nessuno ha merito.
Esso è un metro inequivocabile ed imbattibile sul piano dell’obiettività. Per cui, chi ha merito vince le gare nello sport, chi ha merito ha successo nella vita sociale, chi ha merito fa crescere le proprie attività professionali ed imprenditoriali; per contro, come prima scrivevamo, si diventa politici e si occupano posti istituzionali anche importanti senza merito. Da qui discende il disdoro pubblico e l’appiattimento di attività che non vengono incontro alle esigenze della popolazione.
Qualcuno sostiene che il merito vada combattuto perché contrario ai più deboli. Cosa voglia dire questa affermazione, qualche solone ce lo dovrà spiegare. Infatti, per prima cosa non si tratta di calpestare i più deboli, ma di fare andare avanti i più capaci (premesso, come abbiamo scritto più volte, che le condizioni economico-sociali di partenza di una persona hanno un peso rilevante).
Inoltre, la natura umana ci fa diversi, diversissimi gli uni dagli altri, ed è proprio questa diversità che costituisce una scala di valori, la quale attribuisce punteggi differenti in relazione a chi merita di più.
La questione è facile da comprendere, tanto che essa viene contrastata da molta gente, che da questo orecchio non ci sente perché non è capace di meritare.
Sorge una domanda: ma come si fa a riconoscere chi è meritevole, ovvero, come si misura il merito? La risposta è di una banalità disarmante. Il merito si valuta in base ai risultati che ognuno raggiunge. Ma prima bisogna fissare gli obiettivi, che non siano formali, ma sostanziali. Solo ragguagliando i risultati agli obiettivi veri e ottenendone una percentuale si può determinare chi ha operato con merito o senza.
Intendiamoci, non è che si tratti di una questione economica o di comportamenti che abbiano a che fare con l’economia, con gli scambi, con i servizi o con altre attività produttive. La questione del merito è trasversale a qualunque attività umana, anche privata, anche sociale, anche del Terzo settore e di qualunque spazio, anche non economico, dove bisogna operare con intelligenza, con forza, determinando una scala di valori che a loro volta indichino una scala di obiettivi.
Per cui è importante comprendere come ognuno di noi debba essere sempre nel circuito, misurandoci – possibilmente ad armi pari – con gli altri.
Il valore del merito, dunque, si misura con i risultati conseguiti. I risultati, a loro volta, si paragonano con gli obiettivi predeterminati e questi debbono essere ragionevoli e proporzionali allo sforzo e ai mezzi impiegati.
Quanto scriviamo è di facile comprensione, ma di difficile attuazione perché non si possono raggiungere obiettivi se non ci sono preparazione, volontà e competenza. Queste ultime si acquisiscono studiando, leggendo, frequentando corsi, facendo attività pratiche; insomma, quel coacervo di azioni che portino alla crescita di ogni individuo.
Come si sarebbero potuti raggiungere grandi risultati nella scienza, nella tecnica, nella produzione, nei servizi e in genere per il benessere sociale, se non ci fossero stati uomini e donne di grande merito che con sacrificio hanno inventato cose che non esistevano, perché nessuno le vedeva? Riflettiamo sulle ragioni del progresso umano e come è stato raggiunto.