La possibilità di reclutare a tempo indeterminato i circa 54mila precari della Sanità reclutati per l’emergenza per l’assistenza ospedaliera, il contact tracing, i tamponi e la campagna di vaccinazione è legata ai tetti di spesa ancorati a parametri datati 2004 che non consentirebbero a tutte le aziende, soprattutto a quelle delle Regioni che sono state in piano di rientro, di adeguare il personale allo standard necessario per offrire i servizi della rete territoriale e di cure intermedie previsti nel Pnrr.
Lo spiega la Federazione delle Aziende sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) che per prima insieme con gli Ordini professionali ha chiesto le assunzioni a tempo indeterminato dei precari, medici, infermieri e operatori sanitari tecnici di laboratorio, assistenti sanitari, biologi.
E proprio dall’analisi condotta da Fiaso con il supporto di SDA Bocconi emergono i numeri e la situazione molto diversificata regione per regione, sulla base dei dati della Corte dei Conti. Dalla platea di personale che potrebbe in teoria essere stabilizzata, vanno esclusi i medici abilitati non specializzati, gli specializzandi iscritti al quarto e quinto anno e il personale collocato in quiescenza ma reclutato con incarichi di lavoro autonomo.
In Piemonte su 6.099 operatori sanitari chiamati nel corso dell’emergenza Covid, i precari sono 4.783: 346 medici, 1.525 infermieri e 2.912 altro personale.
In Valle D’Aosta su 184 i precari, 40 sono medici, 62 infermieri e 82 altro personale.
In Lombardia numeri molto più alti: su 12.680 operatori sanitari chiamati in pandemia, sono 8.955 i contratti precari, di cui 1.785 medici, 3.711 infermieri e 3.459 altro personale.
In Emilia Romagna su 10.660 operatori sanitari reclutati nel corso dell’emergenza Covid i precari sono complessivamente 5.979 di cui 1.113 medici, 2846 infermieri e 2.020 altro personale. In Liguria 1.608 i precari che hanno prestato servizio per la crisi sanitaria, di cui 210 medici, 590 infermieri e 808 altro personale.
In Sicilia su 7.711 operatori sanitari reclutati i precari sono complessivamente 7.068 di cui 1.360 medici, 1.993 infermieri e 3.715 altro personale.
Nel Lazio su 6.137 operatori sanitari chiamati, i precari sono complessivamente 4.034 di cui 822 medici, 1.486 infermieri e 1.726 altro personale.
In Toscana i precari sono complessivamente 2.541 di cui 755 medici, 732 infermieri e 1.054 altro personale. In Veneto i precari sono complessivamente 1.780 di cui 492 medici, 835 infermieri e 453 altro personale.
In Puglia 4.453 precari di cui 401 medici, 2.436 infermieri e 1.616 altro personale. In Campania 5.565 precari di cui 834 medici, 2.978 infermieri e 1.753 altro personale.
In Umbria 869 precari di cui 163 medici, 389 infermieri e 317 altro personale. In Friuli Venezia Giulia 874 precari di cui 236 medici, 295 infermieri e 343 altro personale. Nelle Marche 1.246 precari di cui 292 medici, 601 infermieri e 353 altro personale.
In Abruzzo 1.808 precari di cui 102 medici, 914 infermieri e 792 altro personale. In Molise 264 precari di cui 5 medici, 143 infermieri e 116 altro personale.
Nella Provincia autonoma di Bolzano 553 precari di cui 80 medici, 145 infermieri e 328 altro personale. Nella Provincia autonoma di Trento 252 precari di cui 58 medici, 76 infermieri e 118 altro personale.
In Basilicata 363 precari di cui 20 medici, 207 infermieri e 136 altro personale.
In Calabria 1.258 precari di cui 206 medici, 717 infermieri e 335 altro personale.
In Sardegna 937 precari di cui 89 medici, 552 infermieri e 296 altro personale. (ANSA)