Ambiente

In Sicilia è allarme depurazione, otto Comuni su dieci in procedura di infrazione per acque reflue

La depurazione delle acque reflue in Sicilia resta ancora una grande incognita. La relazione della Commissione Ecomafie effettuata sulla base dell’inchiesta territoriale sul sistema idrico integrato nell’Isola ha svelato enormi e preoccupanti “buchi”.

Relazione Commissione Ecomafie, numeri drammatici in Sicilia

I commissari hanno preso in esame il sistema di depurazione della Sicilia, tenendo conto dei 457 impianti di trattamento acque censiti, notando come il 16% delle strutture non risulti attivo.

Inoltre, come se non bastasse, meno del 20% opererebbe con l’autorizzazione valida per lo scarico. Degli impianti considerati, poi, quasi il 50% risulta concentrato nelle sole province di Messina (149) e Palermo (82).

Complessivamente, nell’Isola solamente il 61% dei residenti risulta servito da impianti di depurazione delle acque reflue.

Vignaroli: “Sicilia la Regione più problematica”

Amaro il commento di Stefano Vignaroli, presidente della Commissione Ecomafie: “È la prima volta che la Commissione Ecomafie si occupa della depurazione delle acque reflue. Le procedure di infrazione europee su questo tema riguardano territori sparsi in quasi tutto il Paese”.

“Oltre alle analisi complessive, abbiamo aperto un focus specifico sulla Sicilia in quanto la Regione più problematica. È incredibile come un Paese meraviglioso come il nostro e per lo più circondato dal mare e che punta al turismo scarichi i propri reflui nelle acque in maniera poco virtuosa”.

Otto Comuni su dieci in procedura di infrazione”

“Solo per citare la Sicilia – prosegue – otto Comuni su dieci sono in procedura di infrazione perché non depurano l’acqua dei propri cittadini e delle aziende in maniera corretta e le criticità che la Commissione ha rilevato vanno ben oltre le procedure di infrazione in atto”.

“Spero che questo dettagliato lavoro – conclude Vignaroli – sia uno strumento utile per chi è chiamato a risolvere questo problema”.