PALERMO – Potrebbe slittare al prossimo 30 giugno il termine per l’approvazione dei Piani finanziari sui rifiuti per i Comuni. Inizialmente previsto per il 30 aprile, a seguito di un emendamento del Governo al decreto “Superbonus”, già depositato, la modifica della dead-line è ora all’esame della commissione Finanze del Senato.
“Si tratta – hanno commentato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia – di un primo passo importante. Attendiamo adesso che il Governo regionale nella prima manovra finanziaria utile, come concordato durante l’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi con il presidente Schifani, reperisca i 60 milioni di euro a copertura degli extra costi dei rifiuti prodotti nel biennnio 2022-2023”.
“Questo servirà a evitare che, attraverso l’aumento della Tari – concludono -, si debba ancora una volta far gravare sui cittadini e le imprese i costi eccessivi della gestione dei rifiuti in Sicilia”. La richiesta di Anci Sicilia fa seguito all’incontro avvenuto lo scorso 15 aprile tra la stessa Anci Sicilia, il presidente della Regione e i rappresentanti delle Città metropolitane, in cui è stato richiesto l’avvio di un tavolo aperto con il governo nazionale, e in particolare col ministero dell’Economia, per sostenere la richiesta, già avanzata dall’Anci nazionale, di un provvedimento legislativo che sposti dal 30 aprile al 30 giugno la scadenza per la presentazione del Pef (il Piano economico finanziario, ndr), il documento con il quale i Comuni stabiliscono annualmente le tariffe per la gestione dei rifiuti.
Il maggiore costo sostenuto nel 2023 dagli enti locali per far fronte alla gestione dei rifiuti in situazione di emergenza, ha denunciato l’Anci Sicilia, mette a rischio la tenuta dei bilanci. Secondo l’associazione del Comuni, questa criticità si traduce nella necessità di reperire circa 45-60 milioni di euro a copertura degli extra-costi che si sono generati nel biennio 2022-2023.
In mancanza di tale ristoro, ai Comuni non resterebbe che percorrere la strada di un aumento delle tariffe della Tari di circa il 30%. I rappresentanti dell’Anci Sicilia hanno inoltre evidenziato che su 391 Comuni dell’Isola ben 111 si trovano al momento in uno stato di dissesto o pre-dissesto e, quindi, è stata manifestata la necessità di costituire un tavolo permanente tra Stato, Regione e Comuni siciliani per analizzarne le cause e predisporre le adeguate azioni di contrasto. Il presidente della Regione, ribadendo come l’efficienza amministrativa degli enti locali sia una priorità dell’azione di governo, ha ricordato l’impegno col quale sono state garantite ai Comuni, nei tempi stabiliti, le risorse finanziarie relative alle prime tre trimestralità da destinare alle spese correnti per il 2024.
Nel frattempo, il cronoprogramma del nuovo Piano regionale dei rifiuti sembra proseguire per la strada. Nel corso del talk di apertura dei lavori delle “Giornate dell’acqua e dei rifiuti” della manifestazione “Ecomed”, che si è tenuta dal 17 al 19 aprile nei padiglioni di FieraSicilia a Misterbianco, nel Catanese, l’Assessore Regionale all’energia e dei servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro, ha illustrato le scelte regionali per l’utilizzo delle acque reflue e i punti salienti del nuovo Piano regionale dei rifiuti. “Il Governo – ha detto Di Mauro – ha definito il nuovo Piano regionale, già apprezzato in giunta, il cui iter si completerà entro pochi mesi, così da avere uno strumento aggiornato e completo per dare una nuova fisionomia unitaria alla gestione del settore e porre fine ad alcune grosse criticità che ancora costringono a sostenere costi elevati per lo smaltimento”.
Gli obiettivi del nuovo Piano regionale sono il recupero di oltre il 65% dei rifiuti urbani; il recupero energetico della frazione residua, fino a 600 mila tonnellate, e dei fanghi di depurazione; il raggiungimento dell’obiettivo di un conferimento a discarica inferiore al 10%; l’eliminazione delle spedizioni fuori regione; l’implementazione delle piattaforme di recupero; la riduzione di almeno il 40% dei costi di trattamento; la produzione di 70 milioni di mc di biometano e di 10 mila tonnellate di compost e la valorizzazione del combustibile derivato dai rifiuti attraverso la sostituzione del pet-coke con CSS-C negli impianti energivori.
Per raggiungere questi risultati il Piano regionale si basa sull’incremento del tasso di raccolta differenziata e sull’implementazione degli impianti destinati al trattamento e prevede la trasformazione dei Tmb pubblici esistenti, 5 per complessive 720 mila tonnellate, in piattaforme pubbliche di selezione/recupero/affinazione; la realizzazione di 11 nuove piattaforme della stessa tipologia per 829 mila tonnellate in totale; l’incremento degli impianti di valorizzazione dei rifiuti organici che saranno portati a 54 per complessive 2 milioni 270 mila tonnellate e la realizzazione di due termovalorizzatori pubblici nelle aree di Palermo e Catania, per 600 mila tonnellate nel complesso.