Il 2022 si avvicina e con esso le prossime elezioni. Sta ritagliandosi un ruolo in Sicilia la Lega di Salvini, ed è lo stesso Vincenzo Figuccia, deputato regionale anche lui salito sul “Carroccio” da qualche mese, che parla di un modello di governo che prende esempio dal nord-est produttivo.
Parliamo del Governo Draghi che è stato appoggiato dal leader della Lega, Matteo Salvini, quali secondo lei le ripercussioni per la Sicilia?
“Draghi è un uomo che dispone di grande autorevolezza in Europa e la sua presenza alla guida del Governo nazionale certamente apre spiragli nuovi per la ricollocazione dell’Italia in nuovi equilibri e nuovi assetti della geopolitica internazionale.
Il programma di questo nuovo Governo sembra già poter essere, non dico valutabile in queste prime battute, ma certamente misurabile in funzione degli indicatori e delle variabili che ci si è dati. Un programma che è fatto di azioni concrete, fatto di un cambio di marcia, che renderà protagonista l’azione della Lega in tutto il Paese da nord a sud e noi in Sicilia che, con la guida del segretario regionale Nino Minardo, stiamo mettendo in campo una serie di iniziative.
A partire, ad esempio dal dossier Sicilia che il segretario regionale ha voluto regalare in termini di impegno al segretario federale. Nino Minardo sta dando una grande accelerazione al processo di strutturazione in Sicilia, è proprio di questi giorni l’ingresso di nuove figure a Catania, Ragusa, ad Agrigento, che sta ponendo al centro una serie di temi importanti.
Stiamo discutendo all’interno dei nostri direttivi regionali di alcune attività che possono essere messe all’interno dell’agenda politica nazionale. Grandi opere che parlano di infrastrutturazione che lo fanno su temi importanti che riguardo la green economy, la mobilità, che riguardano quelle grandi opere rispetto alle quali la Sicilia per troppo tempo è rimasta indietro, cosa della quale siamo stanchi e rispetto alla quale vogliamo correre ai ripari con un modello di Governo che è lo stesso che ha funzionato in altre regioni del nord-est produttivo”.
Lei nei diversi contesti istituzionali ha trattato un problema annoso per Palermo. Parliamo dell’emergenza rifiuti, delle problematiche legate alla discarica Bellolampo, quale il futuro di questa emergenza?
“Il futuro è nelle carte di un’azione legale che stiamo portando avanti con un pool di avvocati. Ma il futuro è anche nella riconversione della discarica di Bellolampo. Intanto era partita nei mesi scorsi una nostra azione per avviare all’interno della discarica un impianto di biometano, l’impianto è stato aggiudicato attraverso una gara che vedrà la realizzazione della struttura con un avvio dei lavori ormai a breve, questo porrà le basi per un processo di riconversione dell’intera area.
Parlavamo di risorse del Recovery ecco tra le strutture da mettere in campo sicuramente quella di un impianto di nuove tecnologie che come in tanti altri Paesi viene collocato persino nel centro delle città e certamente inquina molto meno di una discarica le cui conseguenze sono assolutamente dannose per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Il progetto consentirà certamente di ridurre l’inquinamento, attraverso anche processi che portano ad una accelerazione del sistema della raccolta differenziata, perché non è più ammissibile che ci siano delle percentuali così basse rispetto agli standard fissati dalla Comunità Europea. Quindi pensiamo che Palermo potrà essere nelle condizioni, con una nuova gestione e governance, a partire dalla risoluzione del problema della discarica di Bellolampo, per potere affrontare seriamente questa tematica”.
Nel 2022 si voterà. Per la Sicilia, per Palermo può funzionare il modello Lega?
“Se nelle regioni produttive del nord-est abbiamo gli ospedali che funzionano, la scuola che funziona, le piccole e medie imprese legate a sistemi di distretti produttivi industriali, se abbiamo un sistema di collegamento tra la mobilità, la green economy e una serie di iniziative che sono decollate in regioni dove ci sono modelli di buon governo, perché questo non dovremmo poterlo fare qui? E mi chiedo ancora: se in Sicilia ancora tutto questo non c’è, e Palermo gestita da 30 anni sempre dalla stessa Amministrazione, più o meno con delle brevi parentesi, tutto questo non lo ha visto posto al centro, la responsabilità di chi è? Di chi ha governato nelle regioni del nord? Secondo me lì hanno puntato a realizzare bene un’azione di buon governo, adesso tocca a noi, tocca alla Sicilia e tocca a Palermo con il centrodestra unito da schemi che potranno mettere in campo anche l’area moderata e pezzi di chi ci vuole stare. Ecco a Palermo la Lega è pronta a dare il proprio contributo, per portare quest’aria di rinnovamento che desiderano i cittadini”.
Veronica Gioè