ROMA – È ancora una volta la Lombardia la prima regione d’Italia per fatturato delle aziende della vendita a domicilio: nel 2019 le vendite in questa regione hanno raggiunto quota 242 milioni 854 mila euro.
A comunicarlo è Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio, che ha elaborato i dati annuali relativi alle singole regioni italiane. La Lombardia rappresenta il 15,3% del fatturato complessivo delle aziende di Univendita, pari a 1,587 miliardi di euro. A seguire sul podio nazionale ci sono la Campania (che rappresenta il 10,7% del fatturato con 169 milioni 846 mila euro) e il Veneto (9,9% del fatturato, pari a 157 milioni 147mila euro).
Nel Nord Ovest si concentra il 26,1% del fatturato delle aziende di Univendita. In quest’area, dopo la Lombardia, in classifica troviamo Piemonte/Valle d’Aosta (131 milioni 750 mila euro, 8,3% del fatturato nazionale) e Liguria (39 milioni 863 mila euro, 2,5%).
La situazione cambia se si considera il numero di venditori in forze alle aziende. Infatti, degli oltre 146mila venditori che nel 2019 hanno lavorato per le aziende associate, quasi la metà, il 49,8%, opera nelle regioni del Sud e Isole.
La Campania con 22.575 venditori (il 15,4% del totale) e la Sicilia con 20.229 (il 13,8%) sono le due regioni in testa alla classifica nazionale, seguite al terzo posto dalla Lombardia, che conta 16.125 venditori (l’11% del totale italiano).
Fra le regioni del Nord Ovest, dove è presente il 18,8% dei venditori italiani, dopo la Lombardia troviamo il Piemonte/Valle d’Aosta che ne conta 9.675 (il 6,6%) e la Liguria con 1.906 (l’1,3%).
«La Lombardia è da sempre la regione che guida la classifica del fatturato delle aziende di Univendita – spiega il presidente dell’associazione Ciro Sinatra –. I dati rispecchiano la situazione economica e demografica del Paese: la forte presenza di venditori nelle regioni Sud Italia è dovuta al fatto che in queste aree la vendita a domicilio rappresenta, soprattutto per le donne, un’ottima opportunità per integrare il bilancio familiare, e quindi è un’attività che viene spesso svolta part-time».
Se i dati 2019 confermano le tendenze degli anni precedenti, alcune sorprese potrebbero arrivare dalle future rilevazioni post-Covid. «È naturalmente troppo presto per poter ipotizzare se l’impatto della crisi si tradurrà in grossi cambiamenti nella distribuzione regionale di fatturato e di venditori – sottolinea Sinatra –. Ciò che sappiamo è che dopo il lockdown la vendita a domicilio è stata protagonista di una pronta ripresa, con livelli di fatturato nei mesi estivi in crescita rispetto al 2019.
Possiamo quindi prevedere che il nostro settore, che ha sempre svolto un ruolo anticiclico dal punto di vista occupazionale, continuerà ad attrarre nei prossimi mesi un gran numero di persone alla ricerca di una seconda vita professionale o di una modalità per integrare il reddito familiare.
Le nostre imprese in questo momento offrono oltre 30mila opportunità di lavoro supportate da percorsi di formazione gratuita e qualificata».