PALERMO – Sono sconfortanti i dati relativi alle opportunità di occupazione giovanile nel Mezzogiorno e ancor di più nella nostra Isola.
L’Istat certifica che i ragazzi siciliani stanno continuando a cercare un lavoro fuori e il risultato è il progressivo spopolamento del nostro territorio.
Ecco perché i sindacati confederali sollecitano interventi strutturali per migliorare la situazione occupazione in Sicilia, che appare quasi “ostile” ai giovani perché non offre loro alcuna opportunità.
La Cgil Sicilia sull’argomento propone un pomeriggio di approfondimento e riflessione nel corso dell’assemblea regionale delle delegate e dei delegati under 35 che si terrà martedì 29 novembre a Palermo con la partecipazione del segretario generale nazionale Maurizio Landini: “La Sicilia non guarda ai giovani – è scritto in una nota del sindacato – Il mercato del lavoro offre poche opportunità, carenti sono le infrastrutturazioni sociali, in tanti scelgono di andare via. Da ora al 2030 ci saranno almeno 100 mila persone in meno nell’isola e non solo per effetto della denatalità, ma anche dell’immigrazione”.
L’appuntamento è alle 15.30 presso il teatro Santa Cecilia.
“È un dato di fatto – dice il segretario regionale Alfio Mannino – che quello siciliano non sia un mercato del lavoro a misura di giovani. Tra difficoltà a trovare occupazione, precarietà, bassi salari, diritti negati, i giovani e le giovani dell’isola spesso sono costretti a guardare altrove per trovare lavoro o finiscono col rimpinguare le fila dei Neet, di coloro cioè che né studiano, né lavorano, né seguono percorsi di formazione”. Le assunzioni di giovani tra i 16 e i 29 anni in Sicilia, secondo i dati Istat tra il 2021 e il 2022 sono calate di 3.105 unità. Quelle complessive hanno registrato un + 5.700 assunzioni a tempo indeterminato ma un – 5.779 a tempo determinato. Sempre secondo l’Istat (dati relativi al 2021), la disoccupazione giovanile si attesta in Sicilia al 24%. Molti giovani finiscono tra le file dei Neet (persone che non studiano e non lavorano) che nell’Isola si attestano a quota 40,1% (nel Nord- Est sono il 18%), percentuale che sale al 56% se si guarda alla sola componente femminile. Il segretario Cgil Mannino ritiene che il governo nazionale non guarda allo sviluppo del Sud e detta la ricetta per colmare un gap occupazionale che continua ad esserci tra il Nord e il Sud chiamando al proprio dovere anche il governo Schifani.
“Sono necessari interventi strutturali per lo sviluppo, creando un’apposita agenzia – propone Mannino – guardando alle vocazioni dell’isola e ai percorsi di transizione ecologica. Noi chiediamo anche un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione che sconta oggi un vuoto di organico di oltre 40 mila unità. Bisogna contemporaneamente investire per una istruzione e formazione di qualità, puntando sui settori innovativi. I primi passi del governo nazionale – rileva Mannino- mi pare tuttavia che non vadano direzione di una politica di sviluppo del Mezzogiorno. Al governo regionale tocca fare la sua parte per quanto di competenza ma anche- conclude- sviluppare un confronto con Roma che tenga conto delle esigenze della Sicilia”.