Fatti

Report mafia, i nomi dei latitanti siciliani più pericolosi

I clan mafiosi sono “pronti ad approfittare della situazione emergenziale attuale”. E’ quanto emerge dalla Relazione sull’attività delle mafie durante l’emergenza da Covid 19, svolta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. “Le diverse organizzazioni agiscono lungo due direttrici – è detto nel documento -, con una strategia conservativa volta a mantenere il controllo e rafforzare tanto la presenza nei settori economici già abbondantemente infiltrati, quanto il controllo sociale sui territori e i gruppi sociali con una strategia di attesa delle occasioni”.

Secondo la Relazione “tutto questo è possibile grazie alla gigantesca disponibilità di denaro accumulato, di liquidità presente nelle mani dei mafiosi, al cospetto di un Paese che si va impoverendo ulteriormente con un tasso pari al 6,4 per cento secondo i dati dell’Istat. Senza tema di smentita possiamo parlare di un vero e proprio attacco allo Stato”.

I NOMI DEI LATITANTI PIÙ PERICOLOSI

I più celebri sono Matteo Messina Denaro e Graziano Messina. Con loro sono sei i latitanti di ‘massima pericolosità’ inseriti nell’elenco della Criminalpol. Gli altri ”top most wanted’ sono Giovanni Motisi (mafia), Renato Cinquegranella e Raffaele Imperiale (camorra) e Attilio Cubeddu (responsabile di gravi delitti).

Il dato è contenuto nel report redatto dalla direzione centrale della Polizia criminale ‘Latitanti di massima pericolosità e pericolosi: attività del Gruppo integrato interforze per la ricerca e l’arresto di latitanti nel periodo 2010 -2020’. L’elenco dei latitanti pericolosi include, attualmente, 62 persone, di cui 18 affiliati alla ‘ndrangheta, 3 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese, 2 a cosa nostra, 2 all’area dei sequestri di persona e 33 responsabili di “gravi delitti”. Dal 2010 al 2020 sono stati assicurati alla giustizia 22 latitanti di massima pericolosità (di cui 17 arrestati in Italia) e 110 latitanti pericolosi (di cui 69 in Italia).