Cronaca

“Schiavi del pulito”, migranti nigeriane sfruttate nelle strutture ricettive siciliane: sindacati lanciano l’allarme

Cgil e Filcams hanno chiesto un incontro alle Prefetture di Palermo e Trapani in merito all’indagine che ha portato alla luce lo sfruttamento di alcune migranti nigeriane ospitate nei centri di accoglienza e impiegate come addette alle pulizie in strutture ricettive di Palermo e Castelvetrano.

L’indagine ha portato 2 responsabili di centri d’accoglienza e 3 di società di pulizie agli arresti domiciliari e ha permesso di scoprire un sistema di “schiavi del pulito”, che costringeva delle povere donne di origine straniera a lavorare con turni massacranti, paghe misere e condizioni indicibili senza alcun contratto.

Sfruttamento delle migranti nigeriane, sindacati: “Profonda preoccupazione”

“Esprimiamo profonda preoccupazione per lo spaccato che emerge da quest’inchiesta. Da quanto reso noto dagli organi di stampa, sembrerebbe che questi centri, anziché tutelare i migranti titolari di protezione internazionale, li abbiano esposti all’intermediazione illecita di manodopera“. Lo hanno affermato il segretario della Cgil Palermo Francesco Piastra, la segretaria generale Cgil Trapani Liria Canzoneri e i segretari generali di Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e Filcams Cgil Trapani Anselmo Gandolfo.

La riunione straordinaria a tutela dei lavoratori

Ai prefetti di  Palermo e Trapani, i sindacalisti chiedono una riunione straordinaria per il contrasto dello sfruttamento delle migranti nigeriane e – in generale – dei lavoratori dei settori più a rischio (oltre a quello delle pulizie, si ricorda quello dell’agricoltura).

“L’iniziativa della magistratura è meritoria ai fini della repressione del fenomeno e dell’accertamento delle responsabilità. A noi preme adesso salvaguardare la continuità occupazionale di chi ha subìto il danno. Intendiamo organizzare degli incontri nei centri di permanenza per informare lavoratori sui loro diritti. E mettere in campo, in raccordo con le istituzioni, tutte le iniziative possibile per arginare un sistema che continua a dilagare nel terziario”. 

Immagine di repertorio