Ambiente

Fas, gli architetti siciliani in prima linea per un’Isola slow e verde

Sull’asse Catania-Palermo nasce Fas: la Federazione degli Ordini degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Sicilia. Un organismo volto a guidare le scelte strategiche dell’Isola, promuovendo confronto e dibattito sui temi nevralgici per lo sviluppo. Un’iniziativa che vede in prima linea i presidenti Alessandro Amaro (Ordine Catania) e Francesco Miceli (Ordine Palermo), in rappresentanza di circa 7000 iscritti, a seguito della diversa visione politica creatasi all’interno della Consulta regionale, che negli scorsi mesi ha determinato le dimissioni dei due rappresentanti di categoria e il recesso dei rispettivi Ordini. Il QdS ha intervistato il presidente Alessandro Amaro, che ha affrontato tematiche di varia natura dalla mobilità sostenibile alla questione paesaggistica siciliana.

Secondo lei quali azioni bisognerebbe intraprendere per “liberare” le Città metropolitane dalla morsa del traffico?
“Le azioni sono note, e scaturiscono da una valutazione e pianificazione dei trasporti pubblici, siano essi di superficie o sotterranei. A questi va affiancato un sistema di car sharing e bike sharing, il tutto attraverso una pianificazione integrata, che potrebbe prevedere, come già avviene in molte grandi metropoli mondiali, anche un sistema funicolare”.

Ritenete che i centri storici siciliani vadano resi pedonali o aperti alla mobilità “dolce”?
“É ormai risaputo che la chiusura del Centro storico, comporta un miglioramento della fruizione della Città da tanti punti di vista. Tale esperienza attuata in molte città italiane ed estere ha visto migliorare la vivibilità, il commercio e il turismo ma, purtroppo, come spesso accade, quando un’amministrazione decide di chiudere il proprio Centro Storico subito si alzano proteste, spesso poco motivate, che potrebbero essere evitate attuando principi di partecipazione e condivisione nell’iter di pianificazione. Sull’apertura solo alla mobilità dolce farei una valutazione di pianificazione attenta in base alla natura del centro storico”.

Waterfront cittadini: come è possibile andare a valorizzare queste aree?
“Il Waterfront è il tema del rapporto della Città col mare, un tema complesso che va trattato nel suo intero sviluppo e non per singoli brani a porzioni di spazio libero. Molto dipende alla sua conformazione, per esempio Catania ha su questo tema grandi risorse paesaggistiche, basti pensare che partendo dalla foce del Simeto, riserva naturale, presenta una lunga e ampia spiaggia sabbiosa e poi attraverso la città continua con una scogliera lavica, un sistema forse unico al mondo. Di contro, la città si trova sbarrato l’accesso diretto al mare dalla presenzadel porto e dalla ferrovia, due grandi infrastrutture che limitano fortemente questo rapporto. Proprio su tutta questa fascia, all’interno di un workshop organizzato diversi anni fa dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti P.P.C. di Catania, venne proposta la realizzazione di un grande parco lineare che partendo dalla foce del Simeto, come Parco naturale, in maniera graduale, arrivava fino ad Ognina diventando parco urbano.

Molti progetti restano su carta, ci sono degli strumenti efficaci per poter portare la pianificazione a un livello attuativo?
“Alcuni interventi validi sono stati attuati anche in Italia, oltre che in importanti città europee. Certamente esistono modalità di intervento efficaci: strumento principe è il concorso di progettazione in due fasi, ma per arrivare a conseguire un valido risultato occorre volontà politica e grandi risorse economiche”.

Paesaggi rurali e registro nazionale: in che modo tali “strumenti” di valorizzazione e attrattiva turistica possono essere occasione di rinascita per l’Isola? Qual è il ruolo dell’architetto in tal senso?
“Che la Sicilia sia uno dei luoghi paesaggisticamente più belli del mondo è assodato, situata al centro del mediterraneo, con un patrimonio di siti Unesco, archeologico, architettonico e culturale enorme, un clima ideale che ci permetterebbe di essere un polo di cultura e turistico 365 giorni all’anno. La Sicilia, in realtà, a prescindere da questi strumenti potrebbe e dovrebbe essere florida e vivere del suo essere unica ma, prima il sistema malavitoso e poi la politica, con il sistema burocratico, hanno fatto si che gli investitori andassero altrove e buona parte dei finanziamenti europei fossero non spesi o, peggio, mal spesi. In tutto questo il ruolo dell’Architetto è centrale. A partire dalla pianificazione e programmazione, passando alla fase del progetto, l’Architetto si pone come figura capace di coordinare le altre figure tecniche, dotata in alcuni ambiti di competenze esclusive necessarie per conferire alta qualità alla soluzione proposta, nell’ottica costante di promozione e valorizzazione del patrimonio della nostra Sicilia”.