I colori delle Regioni italiane nel corso della pandemia di Covid possono cambiare molto rapidamente e all’improvviso, sovvertendo qualsiasi “pronostico”, se così si può dire, anche se non si tratta di una partita e la posta in gioco è ben più alta.
E così nel giro di qualche ora, quello che sembrava certo, ovvero la Sicilia arancione fino al 16 maggio, è diventato meno certo. Fino a far venire il dubbio a qualcuno. Dunque, si riapre lunedì? Si decide oggi, ma qualche speranza c’è.
E se Roma, per una volta, accettasse la richieste di un’Isola ormai da due mesi (a volte ingiustamente) in zona arancione, e con dei dati in discesa?
Non è escluso. Pare che qualcuno dalla Regione si sia fatto sentire, e ora col Governo, diciamo così, “a larghe intese”, la sponda è un po’ più semplice.
Questo nonostante il ministro alla Sanità, Roberto Speranza, sia stato fin dal principio dell’epidemia il più intransigente in assoluto, un “chiusurista” ferreo.
Certo, il bollettino di ieri, con i 1282 casi, non aiuta, come non aiuta che dopo Palermo, ora anche Catania sembra “rischiare” più del dovuto.
LA SITUAZIONE
La settimana scorsa la Sicilia aveva l’intervallo inferiore dell’Rt a 1,02 e un rischio moderato. Per tornare in giallo, secondo quanto stabilito, si deve aspettare almeno due settimane con l’Rt sotto 1 o il rischio basso. L’isola l’Rt sotto la soglia dovrebbe riscontrarlo, nella settimana tra il 26 aprile e il 2 maggio, ma non è sufficiente. Perchè?
Perchè, come quasi tutto per quanto riguarda la pandemia, anche in questo campo regna sovrana la confusione da parte delle autorità e dei regolamenti stessi, visto che in un primo momento si era parlato di calo per almeno due settimane, e questo calo la Sicilia lo aveva sempre avuto. Ora, invece, spunta l’Rt sotto 1 per almeno 14 giorni con un rischio basso.
GLI APPELLI
“La settimana scorsa la Sicilia aveva registrato l’intervallo inferiore dell’Rt a 1,02 e un rischio moderato. I dati di questa settimana sono complessivamente confortanti e domani con il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità arriverà la scelta del Ministero della Salute. Lancio stasera un appello al ministro Roberto Speranza affinchè non ne faccia una mera questione numerica di centesimi. La Sicilia deve tornare in giallo perchè i numeri, senza cercare il pelo nell’uovo, lo consentono, e perchè vi sono categorie ormai allo stremo. Anche lo sciopero della fame cominciato oggi dai vertici di Confcommercio Sicilia deve indurre tutti ad una seria riflessione”, dice in una nota Nino Minardo, segretario della Lega in Sicilia.
“La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare “zona gialla” e permettere la riapertura di numerose altre attività commerciali, chiuse ormai da troppo tempo. I numeri del contagio e la situazione epidemiologica in Sicilia hanno fatto registrare vistosi miglioramenti nell’ultima settimana, a conferma che la riapertura dei negozi e la fine della “zona rossa”, decisa la settimana scorsa, non hanno in alcun modo pesato sull’indice del contagio e che il rispetto delle misure di prevenzione sono sufficienti per il ritorno al lavoro di tutti”. Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, fa appello alle autorità sanitarie affinchè le nuove decisioni sulla “colorazione” della Sicilia siano assunte sulla base dei dati reali e non con un atteggiamento di eccessiva prudenza che si è dimostrato solamente inutile e ha pesato sulle spalle di chi da 15 mesi è stato colpito non solo dalla pandemia ma anche da incapacità, inadeguatezza organizzativa e approssimazione.
Chiediamo da tempo di poter offrire un contributo alla ricerca della migliore soluzione, di aiutare a definire i protocolli e i migliori sistemi di prevenzione ma al nostro invito ad un confronto costruttivo il presidente della Regione Musumeci non ha nemmeno dato riscontro. Eppure siamo la categoria e la provincia più colpita di una Sicilia che già nel 2020 ha visto chiudere 20.000 aziende con 35.000 posti di lavoro persi e 11 miliardi in morte di un altro 30% di aziende che non riusciranno più ad aprire”.