Cronaca

La Sicilia gialla fino al 21 giugno, poi estate senza mascherina

Si era già capito giovedì, anche prima ad essere onesti, ma la conferma è arrivata ieri. Come era successo con il giallo, la Sicilia sarà una delle ultime regioni a diventare “bianca”.

Se ne parla il 21 giugno: per quella data resteranno dunque solo 7 regioni – Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta – e la provincia di Bolzano, che hanno oggi un’incidenza compresa tra i 79 casi della Valle d’Aosta e i 53 della Sicilia, passeranno alla fase meno rigida di restrizioni. Dove praticamente non ce ne sarà nessuna, mascherina a parte. Che dovrebbero essere accantonate, all’aperto, proprio per il 21 giugno.

I DATI

La Sicilia si conferma ancora in diminuzione ulteriore dell’indice di contagio rt da 0,78 a 0,76 (con range compreso tra 0,72 e 0,79), un’incidenza settimanale dei nuovi casi pari a 53,1 su centomila abitanti.

Di poco, certo, ma comunque al di sopra dei 50 su centomila che per decreto nazionale va confermata per almeno tre settimane per consentire il passaggio alla fascia con le minime restrizioni.

La Sicilia era ierial terzo posto in Italia per numero di contagi giornalier, con 418 casi. Le vittime sono state 9 e portano il totale a 5.807. Il numero degli attuali positivi è di 10.615 con una diminuzione di 725 casi. I guariti sono 1.134.

Negli ospedali i ricoverati sono 585, 31 in meno rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 73, 8 in meno rispetto al bollettino precedente.

La distribuzione tra le province vede Catania con 168 casi seguita da Palermo con 72, Messina 51, Agrigento 41, Siracusa 25, Trapani 23, Ragusa 20, Caltanissetta 11, Enna 7.

E IN ESTATE…

Con l’arrivo dell’estate, il 21 giugno, l’Italia potrebbe essere tutta in zona bianca e nello stesso giorno potrebbe dire addio, almeno all’aperto, all’utilizzo delle mascherine, uno dei simboli di quest’anno e mezzo di pandemia. I dati del monitoraggio settimanale confermano il calo della diffusione del virus e per la prima volta, se mantenuti nelle prossime tre settimane, indicano una data certa nella quale tutto il paese sarà libero dalle restrizioni che da ottobre scorso hanno scandito le giornate degli italiani.

L’analisi della cabina di regia è chiara: l’indice di diffusione del contagio – l’Rt, che ormai non conta più ai fini dell’assegnazione dei colori – è a 0,72, in calo rispetto alla settimana scorsa.

E soprattutto, dopo mesi l’incidenza è finalmente sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti (è a 47): significa che i sistemi sanitari sono in grado di effettuare un tracciamento efficiente dei casi e dei loro contatti, contenendo così il diffondersi del Covid. Non solo: la pressione sui servizi ospedalieri è ben al di sotto della soglia critica in tutta Italia (14% di posti occupati in area medica e 15% in terapia intensiva) e tutte le regioni hanno un rischio basso.

MASCHERINE VIA?

Un giorno, il primo dell’estate, che potrebbe essere anche quello buono per dire addio alla mascherina all’aperto. Una data certa ancora non c’è ma gli esperti hanno ribadito più volte che con l’arrivo della stagione più calda è ipotizzabile accantonarne l’utilizzo. Lo ha sottolineato anche oggi il presidente dell’Aifa e membro del Comitato tecnico scientifico Giorgio Palù: “sarà un’estate senza mascherine all’aperto, ma al chiuso sarà bene tenerla”.

Ed è proprio sull’utilizzo dei dispositivi al chiuso che scoppia la polemica di giornata, dopo le indicazioni del Cts contenute nelle linee guida delle Regioni riguardanti la ristorazione, laddove si afferma che “i clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie tranne nei momenti del bere e del mangiare”.

E’ una “misura ridicola e senza alcun fondamento, credo che Draghi debba considerare l’ipotesi di azzerare il Cts” attacca la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni alla quale risponde Matteo Salvini. “Non ci saranno mascherine al tavolo, si mangia e si beve ‘smascherati'” dice il leader della Lega.

In realtà non è cambiato nulla rispetto alle linee guida in vigore già dal marzo dello scorso anno: ci si siede al tavolo con la mascherina, che si può togliere quando si sta seduti per mangiare e bere e va rimessa per andare in bagno, a pagare il conto o comunque ogni qualvolta ci si alza dal tavolo. La precisazione arriva anche dal portavoce del Cts Silvio Brusaferro: “gli ambienti chiusi favoriscono la trasmissione del virus e per questo motivo c’è necessità di comportamenti consapevoli e di buonsenso”.