La necessità di confrontarsi con i prefetti dell’Isola, nel rispetto delle competenze, per fare il punto sulle singole realtà sociali ed epidemiologiche e concordare una linea comune a tutte le province siciliane per l’applicazione e l’osservanza delle misure di contenimento previste dall’ordinanza che ha istituito in Sicilia, fino al 31 gennaio, la zona rossa.
Questa la finalità dell’incontro in videoconferenza, voluto dal presidente della Regione, Nello Musumeci, con i prefetti siciliani al quale hanno partecipato l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, e ai Trasporti, Marco Falcone.
I rappresentanti del Governo regionale hanno illustrato i dati epidemiologici, valutati in precedenza dalla Cabina di regia nazionale, che registrano, in particolare, l’indice RT (riferito dunque al periodo 11-17 gennaio) attestarsi sul valore di 1,27.
Valori che confermano le preoccupazioni che avevano indotto il presidente Musumeci a sollecitare al ministro Speranza l’istituzione della zona rossa per la Sicilia, pur nella consapevolezza delle limitazioni e dei sacrifici che ne sarebbero derivati.
“Ciò nonostante – ha affermato il governatore – registriamo una mobilità, che riguarda principalmente le tre aree metropolitane e che, da molteplici e ripetute segnalazioni, spesso non corrisponde alle esigenze di lavoro, necessità e salute, previste dall’ordinanza in vigore.
A fronte di decine di migliaia di operatori commerciali che mantengono chiusi i propri esercizi nel rispetto delle regole e di milioni di siciliani che fanno altrettanto restando a casa, sono purtroppo tanti, troppi – ha sottolineato Musumeci – i casi di inosservanza che restano impuniti. Come è ben noto, ma è bene ribadirlo per scongiurare eventuali letture diverse dell’opinione pubblica, vigilare sull’effettiva osservanza delle disposizioni non è di nostra competenza.
Faccio perciò appello ai prefetti a disporre maggiori e più capillari operazioni di controllo, da effettuare con l’ausilio delle forze dell’ordine, della polizia locale e del contingente dell’esercito impegnato nell’operazione Strade sicure, per consentirci di essere, alla fine del mese, fuori dalla zona rossa imposta non dal presidente della Regione ma da valori di contagio che purtroppo restano preoccupanti.
Il mio compito – ha concluso il governatore – non è agire con l’occhio al termometro del consenso popolare ma scongiurare la conta tragica delle tante vittime di ogni giorno“.
LEGA E PD UNITI: “ORA ZONA ARANCIONE”
“Zona arancione per tutta la Sicilia, controlli serrati per il rispetto delle regole, mettendo in campo ogni forza locale o nazionale disponibile; zone rosse solo quando necessarie, mirate e territorialmente individuate per affrontare le specifiche situazioni di emergenza. Questa è la soluzione proposta dalla Lega, in un’ottica di leale collaborazione con il governo regionale e richiamando alle proprie responsabilità il governo nazionale”. Lo dice il segretario regionale della Lega Nino Minardo.
“La Lega vuole stigmatizzare le fughe in avanti di chi propaganda un improbabile ed inaccettabile “liberi tutti”, (magari accontentandosi di fomentare gli animi dei cittadini) ma ricorda anche, a distanza di una settimana, i limiti della zona rossa nella nostra Regione, limiti che si stanno evidenziando in tutta la loro drammaticità- aggiunge – Vi sono condizioni di disparità evidente tra le categorie produttive e anomalie nei criteri di prosecuzione delle attività che non sono più sostenibili. Chiaramente la Lega condivide in pieno la preoccupazione espressa dal Presidente della Regione sulla necessità di limitare al massimo la diffusione dei contagi così come riconosce il grande impegno profuso da Musumeci e Razza per dotare la rete regionale di un efficiente sistema di terapia intensiva superando le gravissime criticità di sistema accumulatesi da tanti, troppi anni”. “Ora però – dice – ci vogliono soluzioni nuove che garantiscano tanto l’interesse pubblico supremo, quello alla salute, quanto gli interessi economici di intere categorie ormai allo stremo. Per questa ragione riteniamo opportuna che il governo regionale chieda al governo nazionale la riclassificazione della Sicilia in zona arancione”.
“Ora anche la Lega sposa le ragioni che il Pd aveva illustrato già fin dallo scorso 18 gennaio e richiama alla revoca della irragionevole zona rossa regionale, circoscrivendo invece l’estrema limitazione solo alle aree dove maggiore è il numero di contagi”.
Lo dice Nello Dipasquale, deputato regionale del Pd in in Sicilia, secondo il quale “appare quantomeno strano che una forza di governo sia costretta a presentare un ordine del giorno, invece di confrontarsi con il presidente della Regione nelle adeguate sedi istituzionali”. “Sembra l’ennesima conferma – continua – di come il presidente Musumeci si ostini a rifiutare il confronto non solo con le opposizioni ma anche con le forze che sostengono il suo esecutivo. Il Pd con grande senso di responsabilità sosterrà l’ordine del giorno della Lega – conclude Dipasquale – per recuperare l’immenso e gravissimo errore commesso dal presidente della Regione”.
«Come ho detto nei giorni scorsi all’amico Nino Minardo, raccogliendo anche la sua condivisione, la decisione di procedere alla definizione della ‘zona rossa’ in Sicilia si sta rivelando corretta. Non solo perché ha anticipato un provvedimento che ieri sarebbe stato assunto (e per tre settimane) per decisione nazionale, come si evince dall’indice Rt nell’Isola rilevato a 1.27, ma perché ci sta consentendo di limitare il peso sulle strutture ospedaliere ed evitare di procedere a nuove conversioni. Ritengo che la sollecitazione della Lega siciliana vada, pertanto, nella stessa direzione auspicata dal presidente della Regione: riprendere il più possibile la vita ordinaria, rispettando regole comportamentali e determinando azione di controllo sul rispetto delle stesse», dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, in ordine alla sollecitazione della Lega siciliana di chiedere al governo nazionale la riclassificazione della Sicilia in zona arancione.