Il gruppo di lavoro del Mit sul Ponte sullo Stretto da il suo ok all’ipotesi di un ponte (meglio a più campate) mentre ritiene meno praticabile l’idea del tunnel.
Si “ritiene che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina”, si legge nelle conclusioni del lungo documento depositato. Più in dettaglio “il sistema con ponte a più campate consentirebbe di localizzare il collegamento in posizione più prossima ai centri abitati di Messina e Reggio Calabria, con conseguente minore estensione dei raccordi multimodali, un minore impatto visivo”.
empre il ponte a più campate avrebbe “una minore sensibilità agli effetti del vento, costi presumibilmente inferiori e maggiore distanza dalle aree naturalistiche pregiate”.
Viceversa: ” Per il sistema con tunnel in alveo appaiono più critiche le considerazioni sul rischio sismico, soprattutto in corrispondenza dell’attraversamento delle sponde per la presenza di estesi sistemi di faglie attive, non sufficientemente noti”. Il gruppo di lavoro suggerisce di “sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e ponte a più campate. La prima fase del progetto di fattibilità dovrà essere sottoposta ad un successivo dibattito pubblico”.
Un collegamento stabile dello Stretto “consentirebbe anche di aumentare notevolmente la integrazione delle due città metropolitane di Reggio Calabria e Messina, che già oggi esprimono circa il 30% della domanda di attraversamenti dello Stretto. Un’unica area metropolitana integrata dello Stretto, con i suoi circa 800 mila abitanti, costituirebbe un acceleratore di sviluppo più che proporzionale alla dimensione demografica”. Il gruppo di lavoro ha, inoltre, “effettuato un confronto internazionale dei collegamenti realizzati con ponti e gallerie negli ultimi decenni. Da queste analisi risulta chiaramente che, fra le grandi isole del ondo senza un collegamento stabile e confrontabili con il caso italiano, la Sicilia ha il potenziale di collegamento in termini di rapporto fra abitanti e distanza dalla terraferma più alto, mentre esistono numerose isole che, pur possedendo un collegamento stabile, hanno potenziali di collegamento significativamente inferiori”. Per quanto riguarda il finanziamento dell’opera il gruppo di lavoro ritiene “più efficiente finanziare il sistema di attraversamento interamente e trasparentemente a carico della finanza pubblica, anche in relazione ai benefici diffusi che l’opera ha sull’intero Paese. A questo proposito, al fine di destinare parte dei proventi e dei minori contributi pubblici necessari per l’attraversamento dinamico alla gestione e manutenzione dell’opera, il gruppo di lavoro propone di valutare diversi livelli di pedaggio per autovetture, autocarri, treni locali/regionali, treni ad Alta Velocità e treni merci, tali da stimolare la domanda di mobilità e lo sviluppo socioeconomico dei territori coinvolti”.
“Siamo qui per riprodurre la ferma determinazione di due regioni stanche di essere periferia d’Europa e che vogliono diventare centrali nell’area del Mediterraneo rendendo attraente l’estremo sud dell’Italia anche attraverso la realizzazione del Ponte”. A dirlo il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci durante un incontro al consorzio autostrade siciliane di Messina. “Negli ultimi mesi – ha aggiunto -, il dibattito attorno al ponte si è arricchito di nuovi contributi di idee. Speravamo che il governo Conte potesse mettere al centro della propria agenda l’esigenza di affrontare il tema del collegamento tra le due sponde. Non lo hafatto. Il Governo Draghi diventa ora per noi il punto di riferimento anche per la presenza di forze politiche che in passato hanno manifestato l’intenzione di realizzare l’infrastruttura”.
“Il Ponte sullo Stretto è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese. Siamo nella fase del Pnrr e Governo e Parlamento stanno legiferando per l’Italia del 2050″.
Lo ha affermato il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli a un incontro al Consorzio autostrade siciliane a Messina. “La pretesa di cui parla il presidente Spirlì – ha aggiunto – è quella di aziende e lavoratori che hanno diritto di essere collegate a Roma, Milano e a Bruxelles. Se vogliamo, e lo vogliamo, che l’alta velocità arrivi fino alla Sicilia, realizzare il ponte e le infrastrutture collegate sono evidenti conseguenze. In Parlamento c’è una squadra di parlamentari che, a prescindere dal colore politico, sta portando avanti la bandiera Italia. Porto il testimone di Sicilia e Calabria convinto che stavolta il buonsenso prevarrà. Questo è il momento giusto”.
“Il “Patto per il Ponte” siglato oggi a Villa San Giovanni dimostra che siamo vicini ad una svolta storica per la realizzazione per la madre di tutte le opere. Non possiamo pensare che il presidente Draghi e i ministri di competenza non comprendano il valore socio economico di questa infrastruttura che metterebbe fine ai tanti mali del mezzogiorno”. Cosi Silvia Vono, senatrice di Italia Viva e coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare sul Ponte sullo Stretto, a margine dell’iniziativa ‘Progetti per il Sud e Ponte sullo Stretto’, di questa mattina a Villa San Giovanni(Rc). “Per questo – prosegue – chiediamo ufficialmente al governo un incontro dove i documenti e gli studi effettuati dovranno essere messi sul tavolo di discussione e di decisione. Ora serve coraggio, il Ponte sullo Stretto è un’opera per concretizzare la vision di progresso che questo esecutivo di larga maggioranza vuole consegnare alle future generazioni. Dobbiamo cogliere questa opportunità o lo spettro è che non ce ne saranno ulteriori”, conclude.
”Non si può che rimanere sbalorditi ascoltando le parole del Ministro Patuanelli sull’utilità del ponte sullo stretto di Messina, soprattutto se queste affermazioni provengono da un tecnico. A differenza di quanto possa sostenere, Il ponte sullo Stretto “rimane un’opportunità per lo sviluppo del Meridione che le regioni del sud non possono permettersi di perdere. Se il Movimento 5 Stelle non lo comprende, rischia di diventare artefice dell’ennesima opportunità sprecata per distinguersi dagli altri partiti che in questi anni, a parole, hanno sempre sostenuto lo sviluppo e la crescita del sud d’Italia, ma nei fatti, hanno hanno sempre voltato le spalle ai cittadini che abitano sotto Roma”. Così il deputato, ex M5s, Giorgio Trizzino che lancia un appello “ai colleghi pentastellati e a tutti i parlamentari meridionali perché non possiamo permetterci che il ponte sullo stretto e la consequenziale crescita del sud, diventi prerogativa di politici cialtroni, che riscoprono tale investimento solo per propri interessi elettorali. Quegli stessi politici che solo qualche anno fa non perdevano occasione per insultare la nostra storia e la nostra cultura definendoci ‘terroni’ “.