Musica

Silvia Salemi festeggia i 25 anni “A casa di Luca”

Per celebrare i venticinque anni di “A casa di Luca”, canzone presentata al Festival di Sanremo del 1997 e vincitrice del Premio per il miglior testo, Silvia Salemi ha scelto di tornare sulle scene con il brano “Noi contro di noi”.

Scritta con Matteo Faustini, giovane cantautore protagonista della 70ª edizione del Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte, e a Marco Rettani, coautore anche degli ultimi brani “Chagall” e “I Sogni nelle tasche”, la canzone invita chi la ascolta a riflettere su temi delicati, come il forte bisogno di unità e pace.

Da poco rientrata dalla Sicilia, l’artista siciliana si è raccontata telefonicamente con l’entusiasmo per “Noi contro di noi” e i nuovi progetti che l’attendono dopo l’estate.

Venticinque anni da “A casa di Luca”: qual è il bilancio di questi primi venticinque anni di musica?

“Il mio bilancio personale è di grande e fortissima gratitudine ad una canzone che mi ha dato una direzione di vita. Nel tempo, “A casa di Luca” si è configurata come un manifesto generazionale. Quando parlo di manifesto generazionale mi riferisco alla sensazione che la canzone dà a me. Leggo quelle parole e ritrovo un’attualità, una verità che per me come musicista e ancorché come cittadina hanno un significato assolutamente fortissimo. Quindi un bilancio di gratitudine e di speranza che la musica che portiamo avanti abbia una doppia veste: di farci intrattenere e riflettere”.

Per celebrare questo anniversario, ha rilasciato il singolo “Noi contro di noi”. Da quali esigenze artistiche e comunicative è nata questa canzone?

“Come è accaduto venticinque anni fa con “A casa di Luca”, la necessità era di dare un messaggio di forte impatto ma veicolandolo il più possibile con una musica che fosse facile. La musica di “Noi contro di noi” è diretta, è un arrangiamento estivo che ha dentro un messaggio di pace, di speranza, di ambientalismo e anche un urlo quasi di rabbia perché facciamo sempre in tempo a farci la guerra; invece, non riusciamo mai a cercare dei percorsi di pace”.

In “Noi contro di noi” canta che non siamo mai felici e vogliamo sempre di più. In che società viviamo secondo lei?

“È la società dell’hic et nunc. Vivo adesso, prendo le cose che arrivano senza pensare alle generazioni future. Invece, tutto quello che noi facciamo deve essere proiettato nel futuro, altrimenti stiamo vivendo per noi stessi. Tutto quello che abbiamo è in prestito. Questo come nota ambientalista. Come nota sociale, invece, penso stiamo vivendo una delle epoche più del fasullo. Se nel dopoguerra c’era la necessità di ricostruire qualcosa perché c’era stato sottratto tutto, adesso che abbiamo tutto viviamo di effimero e quindi viviamo di niente”.

Secondo lei è la società dell’hic et nunc anche musicalmente?

“Assolutamente. Lo dico sia in senso provocatorio sia in senso positivo. Hic et nunc vuol dire che oggi ho un messaggio da dare, lo realizzo e faccio una pubblicazione. Ciò è positivo perché l’artista comunica quando è pronto a farlo. Ma hic et nunc è anche progetti che durano lo spazio di un mese o due; quindi, ad ogni singolo ne segue un altro”.

A proposito della felicità e del voler sempre di più, lei è felice o vorrebbe qualcosa di più?

“Ma la felicità non esiste. La felicità è avere tutte le cose a posto, è avere dei momenti di serenità, dei genitori che stanno bene, un lavoro. Questa è la felicità. Se pensiamo che possa essere un fatto perenne e duraturo, per definizione saremmo sempre infelici perché ogni momento accadono cose che possono infierire sulla nostra felicità. Per me la felicità è avere una linea retta di serenità su cui costruire dei picchi di felicità assoluta”.

In “Noi contro di noi” cita spesso il padre e quello che le diceva. Quanto è importante avere ricevuto e restare fedeli agli insegnamenti dati dai genitori?

“Non solo è importantissimo qualora i valori dati dai genitori siano universali, ma poi ci sono altri valori insiti nel comportamento, nell’altruismo, nel sorriso e nella gentilezza. Sono dei valori in più. Penso che se restituissimo i supervalori che vanno al di sopra della buona educazione e del vivere civile, sarebbe una società quasi perfetta. Tornando ai valori dei genitori, credo che si riscoprano nella maturità”.

“Noi contro di noi” è stata scritta con Marco Rettani e Matteo Faustini con il quale ha collaborato per la prima volta. Com’è andata nella scrittura di questo brano? Cosa ha scoperto?

“Credo che nulla si faccia mai da soli, quindi scrivere a più mani, più teste e più cuori porta sempre a scelte migliori. Mettersi in discussione e ascoltare il pensiero degli altri sono arricchimento per definizione. Io sono per il multicuralismo, la multifattorialità e il multitasking ossia tutto quello che ha una pluralità di voci e di pensiero. Con la penna giovane di Matteo Faustini, che in verità è un emergente di prima grandezza perché sta diventando un fuoriclasse e Marco Rettani che si conferma una penna della musica italiana a tutti gli effetti siamo stati e siamo un gruppo di scrittura variegato e anche che si vuole bene perché prima degli autori ci sono le persone. Siamo un bel gruppo di lavoro. C’è anche Manuel Magni che è l’anima che ci unisce; non scrive, ma è una delle teste che lavora a questi progetti e devo dire mi emoziona ogni volta che ne parlo perché ha iniziato a fare il manager musicale ascoltando le mie canzoni”.

Diceva che “A casa di Luca” è una canzone manifesto. A distanza di 25 anni, cosa ci sarebbe adesso nella casa di Luca a volerlo immaginare?

“Le stesse identiche cose di allora. Non cambierei la vista sul mare, le vibrazioni, lo stare insieme con poco, il portarsi dietro la chitarra con pochi accordi per fare canzoni che tutti conoscono perché il fil rouge che unisce tutti nella casa di Luca è lo stare bene con le persone che ti fanno stare bene. Il tempo di qualità, il dirsi tutto anche guardandosi negli occhi sono cose così intense che solo la semplicità di uno sguardo può spiegare; non servono parole”.

Lei è siciliana anche se vive da anni altrove. Il 25 settembre ci saranno le elezioni regionali. Cosa spera per la Sicilia?

“Al netto di un pensiero politico che non esprimerò in questa sede e non conoscendo bene quali sono le migliorie che si possono portare in questa terra perché farei un errore di presunzione, dico sempre che la nostra terra ha tutto, chiunque arriva la può solo rovinare (ndr. ride). Bisogna solo farla rendere perché ha già tutto. Tiriamolo fuori questo tutto. Non sarebbe neanche difficile governarla con tutta la bellezza che dà. È uno sprono a prendere questa bellissima terra e a ottimizzare ed esaltare in un bellissimo mare di luce”.

“Noi contro di noi” è stata molto ben accolta. Oltre a complimentarsi, sui social molti suoi fans sperano di vederla al Festival di Sanremo. Lei manca dal 2003, c’è possibilità di esaudire questo desiderio dei fans?

“Non dico mai di no a niente perché la vita mi ha insegnato che tutte le volte che ho detto no, per un insieme di improvvisi rovesci si è ribaltato in sì. Con la maturità dei miei 44 anni con due figlie e una carriera oramai trentennale, dico che il Festival di Sanremo è la migliore vetrina che abbiamo nel nostro Paese e il miglior contest per raccontare un progetto ed esporlo in pochi minuti ma con una potenza mediatica pazzesca. Per fare tutte le cose grandi bisogna essere molto attrezzati e molto preparati ad affrontarle. In questo momento mi sento un’artista poliedrica che oggi fa radio, magari domani presenta un progetto al cinema o dopodomani fa teatro. Non è un no, ma non è neanche un sì. Ci sono dei progetti su cui sono proiettata e non lo vedo un progetto di quel tipo e neanche lo propongo perché sarebbe prendere in giro il direttore artistico”.

Quali sono i progetti di cui accenna?

“Promuoverò il singolo “Noi contro di noi” fino al 25 settembre, dopodichè ripartirò con il progetto radiofonico. Tornerò alla conduzione di un altro programma di Rai Isoradio. Questa volta sarà un people show nel quale avremo dei talenti in studio di vario tipo, genere e natura. In autunno, ci sarà la presentazione della colonna sonora del film di Federico Moccia con un tema molto forte”.

Sandy Sciuto