Politica

Sinagra, Musca: “Programmazione per un comune virtuoso”

Per le sue peculiarità naturalistiche, negli anni si è guadagnato l’appellativo di “Perla dei Nebrodi”. Stiamo parlando di Sinagra, comune dell’entroterra messinese, chiamato alle urne lo scorso 12 giugno per il rinnovo del primo cittadino e che ha visto la riconferma per la fascia tricolore di Antonino Musca, 52 anni, ingegnere.

Sindaco, un secondo mandato, oltre che un valore politico, ha anche il sapore di un attestato di stima.

Certamente. Accentuato, nel caso di Sinagra, dal fatto che i miei due avversari erano entrambi espressione della mia precedente sindacatura, avendo fatto parte della mia squadra.

Cosa ha spinto, dunque, i sinagresi a votare ancora per lei?

Be’, penso che soprattutto abbiano creduto in un bilancio completamente risanato e nell’imminente arrivo di 15 milioni di finanziamenti per realizzare dei progetti preparati durante il precedente quinquennio e che durante il mandato appena iniziato vedranno finalmente la luce. Progetti che concernono la rigenerazione urbana del centro storico, del lungofiume e opere di consolidamento nelle frazioni. Oltre, naturalmente, a un nuovo campo sportivo, moderno e in erba, voluto con forza direttamente dal presidente Musumeci.

Un bilancio risanato non è certo cosa di poco conto al giorno d’oggi. Come ha fatto?

Sinagra è diventato un comune virtuoso già dopo un anno dal mio insediamento nel 2017. La “ricetta” è stata abbastanza semplice: siamo intervenuti essenzialmente sul mancato riscosso dei tributi locali. Un tema per il quale io mi sono sempre battuto, anche a livello di Anci, cercando di sensibilizzare i miei colleghi sindaci.

Lei oltre che sindaco è pure un tecnico. Poco fa parlava di “progettazione”, un tasto dolente sia per quanto riguarda i Fondi europei per lo sviluppo regionale che, ora, il Pnrr.

È vero, la mancanza di progettualità e la capacità di farla è un grosso problema che rischia di farci perdere grosse opportunità. I nostri uffici, così come strutturati, non sono pronti a far fronte a questa messe di denaro che sta per arrivare. Grosse lacune, tuttavia, sono da registrare (rispetto al Pnrr) anche e soprattutto a livello nazionale. Basti pensare che il recente bando indetto dall’Agenzia per la coesione territoriale assegna a Sinagra, Raccuja e Floresta una risorsa tecnica che, però, ad oggi ancora non abbiamo visto.

Di cosa ha realmente bisogno la Sicilia per decollare?

La risposta è abbastanza scontata: di infrastrutture. Ma su tutte credo che un volano fondamentale per tutti i settori, a cominciare da quello turistico, sarebbe il Ponte sullo Stretto.

Sindaco “vecchio” ma compagine, sia a livello consiliare che di giunta, totalmente nuova?

Per la verità già nel mio precedente mandato l’età media era piuttosto bassa. Una tendenza confermata anche in questo secondo quinquennio: io ho 52 anni e più grande di me c’è solo un assessore. Tutti gli altri sono under 50.

Alla faccia di chi parla di “spopolamento” e “invecchiamento della popolazione”.

Be’, lo spopolamento c’è ed è evidente. Concettualmente, non sono del tutto contrario a che un giovane possa scegliere, per un certo periodo, di andare fuori. Purché, però, sia una scelta ponderata e non, come invece ahimè è, un obbligo. Io dico sempre: per ogni siciliano che va in Germania non c’è un tedesco che venga a stare in Sicilia. Certo, però, è positivo che a fare da contrappeso ci siano giovani che decidono di restare e che hanno talmente a cuore le sorti del proprio paese, della propria terra, da decidere di metterci la faccia in prima persona. Soprattutto di fronte a un’altra piaga, quale è l’astensionismo, che però in occasione delle amministrative si riesce ad arginare (a Sinagra si è recato alle urne quasi il 60 per cento degli aventi diritto, ndr).

Si stanno avvicinando le Regionali: come si vede Nino Musca un Presidente donna, dopo Musumeci, a Palermo?

Nessuna preclusione, assolutamente. Io stesso, nel mio piccolo, ho redatto una lista composta da cinque uomini e cinque donne e, in giunta, ho delegato due assessori uomini e due donne: dunque, più par condicio di così. A prescindere, penso che uomo e donna si completino l’un l’altro. D’altro canto, se ci pensiamo, è la vita stessa che si genera dall’unione fra un uomo e una donna. Diverisità, ovviamente, ce ne sono. Ma dal mio punto di vista la differenza è una risorsa e una ricchezza per crescere e migliorarsi. Faccio un esempio: quando presento un progetto, magari migliorabile, alla fine della descrizione il cliente resta sì soddisfatto ma, tra me e me, dico “Eppure si potrebbe fare di meglio”. Una donna, viceversa, va avanti finché non ottiene il massimo. Ecco: una donna, probabilmente, può bilanciare quel pizzico di superficialità che abbiamo noi uomini.