“No” ai fascismi e alla violenza, “sì” al lavoro, alla sicurezza, ai diritti. Cgil, Cisl e Uil, e con loro il centrosinistra, si preparano a scendere in piazza per quella che si preannuncia come una grande manifestazione antifascista e democratica.
Sindacati uniti perché quello “squadrista” di Forza nuova alla sede della Cgil di sabato scorso è considerato un attacco a tutto il mondo del lavoro e alla democrazia. Non a caso nei giorni scorsi lo stesso premier Mario Draghi si è recato a incontrare il leader della Cgil Maurizio Landini.
In piazza San Giovanni sono attese cinquantamila persone. Sono poco meno di mille i pullman provenienti da tutta Italia, dieci i treni speciali, più alcuni voli organizzati per consentire anche agli abitanti delle isole di raggiungere la Capitale, oltre a quanti si muoveranno con mezzi propri.
Per Roma sarà un altro giorno di grande mobilitazione che parte dai sindacati e si estende a partiti e associazioni. E la piazza non sarà una piazza qualunque, ma il luogo simbolo delle grandi manifestazioni: piazza San Giovanni. I sindacati chiamano all’appuntamento i cittadini e tutte le forze “sane” del Paese, sotto lo slogan “Mai più fascismi”.
E la risposta è forte.
Decine le adesioni di associazioni, movimenti e partiti, da Pd a M5s e Leu, Azione, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde. Attesi in piazza, tra gli altri, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader del M5s, Giuseppe Conte. Dal palco prenderanno la parola i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
Il giorno dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, e alla vigilia del ritorno alle urne per i ballottaggi per la scelta del sindaco, tra cui Roma e Torino, per i sindacati ma anche per il centrosinistra quella di oggi non vuole però essere una manifestazione politica. Lo rimarca lo stesso numero uno della Cgil, Maurizio Landini, respingendo l’accusa di volersi in alcun modo “intromettere” nelle elezioni.
Dopo l’attacco di sabato scorso, ripete, c’era bisogno di “una risposta immediata”. Per respingere la violenza fascista e unirsi attorno ai principi e ai valori della Costituzione e al lavoro. “Saremo in piazza non con simboli di partito ma con il tricolore”, aveva preannunciato Letta. A una partecipazione ampia di tutte le forze politiche aveva subito richiamato anche Conte.
Il centrodestra, invece, non ci sarà, appellandosi anche al rispetto del silenzio elettorale. Nei giorni scorsi Forza Italia aveva fatto sapere che avrebbe partecipato se fosse stata spostata la data.
“La piazza sarà di parte”, ha detto il capo della Lega, Matteo Salvini, aggiungendo che “Ora bisogna parlare a tutti, contro gli estremisti, senza andare alla guerra”. Ma sono proprio gli estremismi – e gli ammiccamenti – sul banco degli imputati. Anche se la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha detto di respingere “il tentativo di scaricare le responsabilità all’unica opposizione”.
Massima l’attenzione sul fronte della sicurezza e dei controlli, proprio dopo le violenze di sabato scorso durante la manifestazione non autorizzata dei no pass, che ha portato anche all’arresto di esponenti di Forza nuova.
Dalla piazza ritornerà la richiesta di sciogliere per legge le organizzazioni neofasciste. Tema su cui si è aperto il dibattito politico: mercoledì prossimo partirà la discussione parlamentare, al Senato, sulle mozioni proposte da Pd, Leu, M5s e Italia Viva per lo scioglimento di Forza nuova e dei movimenti neofascisti.