Ragusa

Sindaci iblei a confronto per rilanciare l’economia

RAGUSA – Tutti i sindaci iblei a confronto sul delicato tema dell’economia del territorio. Si sono dati appuntamento sul web gli esponenti delle Amministrazioni dei 12 comuni della provincia di Ragusa insieme al presidente provinciale di Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti. La delicata situazione economica sta infatti mettendo in ginocchio tutti e si devono necessariamente mettere a punto nuove strategie per fronteggiare questa grave crisi.

“L’emergenza Coronavirus, per le imprese – ha sottolineato il sindaco di Ragusa nonché coordinatore dei primi cittadini Giuseppe Cassì – entra ora, non solo nel vivo della quarantena ma anche nel vivo del problema. Le imprese sono già allo stremo e, mentre la chiusura di gran parte di commercio e turismo si prolunga, i tributi comunali ed i costi degli affitti corrono. Le casse degli esercenti, però, sono vuote per mancanza di incassi. Tutti sappiamo quello che sta accadendo. Ecco perché abbiamo chiesto con urgenza, e chiediamo adesso anche ora, in questa fase critica, di concertare misure e provvedimenti concreti da cui poter iniziare a progettare la ripartenza oltre a bloccare i costi fissi. La concertazione di primo livello con le Amministrazioni comunali è fondamentale. Abbiamo assistito ad interventi sporadici da parte di qualche sindaco ma – vista la gravità della situazione – occorre strutturare un sistema di aiuti comunali omogeneo e coerente. Non è possibile fare differenze tra comune e comune a parità di categorie merceologiche”.

Il presidente di Confcommercio ha portato sulla piattaforma le preoccupazioni delle imprese, chiedendo ai Comuni di intervenire intanto sui tributi, sugli immobili e sugli affitti perché le aziende non possono sostenere spese senza incassi.

“Dobbiamo essere convinti di una cosa – ha aggiunto Manenti – E cioè che siamo solo all’inizio e la ripresa dipenderà da quanto intelligente sarà il territorio nel sostenere con immediatezza le proprie imprese, ossatura delle nostre città e dei nostri paesi, deliberando sgravi ed incentivi mirati ed indipendenti dai decreti governativi che si prospettano già totalmente inadeguati alle esigenze reali. I ristori previsti dai Governi nazionale e regionale li abbiamo potuti considerare finora un’aspirina somministrata ad un malato agonizzante, per riprendersi serve una ‘terapia d’urto’ o altrimenti le perdite già ingenti registrate saranno definitive. Ci aspettiamo l’intervento dei sindaci: aiutare le nostre imprese a non chiudere significa aiutare le nostre città a sopravvivere. Di questo, purtroppo grazie a questa emergenza, solo ora ce ne siamo accorti”.

Dai sindaci è emerso l’impegno a sgravare ancora maggiormente le aziende da tasse e imposte anche se già, stando a quanto dichiarato dagli stessi primi cittadini, è già stato fatto il possibile.