Politica

Sindaco Corleone: “Gadget mafia? Con PA efficiente solo discutibile folklore”

“I souvenir di mafia? Con uno Stato seriamente impegnato nella lotta a Cosa nostra potrebbero essere relegati a elementi di folklore, legati a un passato ormai archiviato. Al contrario, davanti a Istituzioni deboli nell’agire e non sufficientemente motivate anche una maglietta con la scritta ‘il padrino’ diventa pericolosa”. A dirlo all’Adnkronos è Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone (Palermo), il paese che ha dato i natali al sanguinario capo dei capi Totò Riina, dopo lo stop della Regione siciliana alla vendita di gadget che richiamano la mafia sui traghetti che fanno la spola tra Messina e Villa San Giovanni. Una decisione arrivata a stretto giro dopo la denuncia social del cantautore Mario Incudine. “A Corleone – e spero sia così ovunque – lavoriamo perché nessuno possa avere l’idea che diciamo ‘no’ alla mafia solo a parole”, aggiunge il primo cittadino.

Il sindaco Nicolosi: “Pubblica amministrazione efficiente in grado di dare risposte ai cittadini”

Per Nicolosi una lotta “seria” contro i boss passa anche da “cultura, conoscenza e una Pubblica amministrazione efficiente in grado di dare risposte ai cittadini”. “Se lo Stato in ogni sua articolazione, dal Governo nazionale ai piccoli Comuni per arrivare alla società civile, facesse sino in fondo il proprio dovere nella lotta a Cosa nostra statuine e magliette potrebbero essere solo simboli di un passato ormai lontano”, avverte.

A ottobre convegno nazionale sui beni confiscati

Da tempo la cittadina del Palermitano è impegnata in un percorso di ‘riscatto’ da un passato ingombrante. Il 20, il 21 e il 22 ottobre ospiterà un convegno nazionale sui beni confiscati dal titolo ‘Via la mafia dalla Sicilia’. “Questa è la strada da percorrere, una politica seriamente impegnata nella lotta ai boss in grado di ottenere risultati concreti – dice Nicolosi -. Se questo avviene allora un gadget, seppur di dubbio gusto, non è più un problema. La mafia va combattuta con la diffusione della cultura e del sapere, con la consapevolezza che la legalità è una condizione preliminare per la vita civile. Quando questo avviene e la Pubblica Amministrazione è efficiente un souvenir non può essere un pericolo. E’ l’azione della PA che qualifica un’attività antimafia seria, quando c’è questo il resto è folklore”.