Siracusa

Siracusa, approvvigionamento idrico, arriva il no ai nuovi pozzi

SIRACUSA – “No alla realizzazione di nuovi pozzi. Piuttosto si utilizzi l’acqua superficiale disponibile dai bacini imbriferi montani”.

È quanto affermano alcune associazioni e partiti politici fra cui figurano Lealtà e Condivisione, Cento passi, Movimento 5 Stelle, Pci, Sinistra Italiana e Rifondazione comunista per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico del Comune di Siracusa.

Questa proposta è stata illustrata nel corso di una assemblea aperta indetta dall’Associazione Lealtà e Condivisione per discutere del miglioramento della qualità dell’acqua, della rete idrica e della depurazione e riuso dei reflui del Comune di Siracusa, nonché in generale dell’ammodernamento del Sistema idrico integrato a livello provinciale. Le associazioni ed i partiti, attraverso una lettera congiunta, si rivolgono all’amministrazione comunale di Siracusa, a tutti i sindaci della provincia, all’Ati (Associazione temporanea di imprese) idrico provinciale, all’assessore Regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, al Consorzio di Bonifica 10 Siracusa, all’Irsap (Ex Asi), al Genio Civile di Siracusa e all’Enel Bacino idroelettrico Solarino.

La proposta è stata avvalorata dalla relazione tecnica dell’ingegnere Antonino Di Guardo. “Si propone – scrivono associazioni e partiti – in parziale o totale alternativa allo scavo di nuovi pozzi volti all’ulteriore emungimento dalla attuale falda acquifera, come da progetto in atto presentato dal Comune di Siracusa nell’ambito del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 del Ministero per il Sud per circa 20 milioni di euro, l’utilizzo delle acque superficiali provenienti per caduta dall’Alta Valle dell’Anapo (Fiume Anapo e affluenti Calcinara e Bottigliera), che discenderebbero tramite la rete di distribuzione già realizzata, su finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno, circa quaranta anni orsono e sino a oggi mai entrata in funzione”.

“Tale alternativa ipotesi – aggiungono – implicherebbe soltanto il recupero e aggiornamento di una infrastruttura esistente e l’aggiunta di un impianto di potabilizzazione in sito intermedio, comportando un netto abbattimento dei costi di realizzazione e gestione, del tempo di messa in opera (circa due anni) e della pressione sulla falda, già compromessa per effetto dell’avanzamento del cuneo salino dal mare”.

“Ci appelliamo agli enti interessati – proseguono – affinché, in ragione della rilevanza dell’argomento, la tematica sia affrontata con un incontro comune da fissare con urgenza prioritaria, ai fini dell’esame della proposta in oggetto nonché in generale per un confronto finalizzato a promuovere le soluzioni ottimali, sul piano tecnico ed economico, comparando le opzioni possibili e le risorse disponibili nel Piano D’Ambito”.

Ci rivolgiamo inoltre a tutti i 21 sindaci della provincia – concludono – affinché visti i ritardi nella formale operatività dell’Ati Siracusa che hanno escluso la nostra provincia dalla possibilità di partecipare ai tre bandi ministeriali (l’ultimo scaduto lo scorso ottobre) per l’ammodernamento delle reti idriche con oltre 60 milioni di euro di fondi messi a disposizione dal Pnrr, si possa dare la massima priorità e importanza all’ approvazione dello statuto dell’Azienda Speciale Consortile e alla composizione degli organismi del gestore unico pubblico dal quale potrà discendere in tempi relativamente brevi la possibilità di partecipare a nuove linee di finanziamento, la realizzazione delle opere di adduzione sopra descritte e l’eliminazione delle perdite superiori al 60% che ancora affliggono la rete idrica provinciale”.