Cronaca

Siracusa, è di Giovanni Giudice il corpo rinvenuto sotto il ponte Umbertino

È del rabbino Giovanni “Johannes” Giudice il corpo ritrovato stamani nelle acque davanti Ponte Umbertino, all’ingresso di Ortigia a Siracusa. Era molto conosciuto in città, specie nel centro storico.

Le indagini sono affidate alla Polizia: secondo una prima ricostruzione, il rabbino soffriva di una grave patologia. Pare che fosse stato operato di recente con una tracheotomia. Quindi è stato ipotizzato che Giovanni Giudice è caduto accidentalmente in mare, senza trovare la forza di risalire.

E’ da chiarire se la caduta nello specchio d’acqua sotto il ponte Umbertino in Ortigia, si stata causata da un malore improvviso o da una distrazione, una manovra sbagliata. Il destino ha voluto che una volta finito in mare, nessuno ha potuto aiutarlo e lo stesso rabbino, quindi, non ha avuto la forza necessaria per salvarsi.

Nessun segno di violenza sul corpo di Giovanni Giudice. E il bastone con cui camminava, di solito, è stato ritrovato su una delle barche ormeggiate in Ortigia. Per togliere ogni dubbio sulla tragica fine di Giovanni Giudice, i pm hanno disposto l’autopsia sulla vittima.

Il ricordo dell’amico Ramzi Harrabi, “il suo sogno era un cimitero Ebraico”

A rompere il silenzio sulla triste vicenda a Siracusa è il mediatore culturale Ramzi Harrabi, legato da sincera amicizia con Giovanni Giudice, anche se professavano due religioni diverse.

Il rabbino Giovanni “Johannes” Giudice


Ramzi Harrabi insieme a Giovanni Giudice

In queste ore Harrabi ha scritto nel suo profilo facebook: “Non volevo credere che era suo il corpo ritrovato nel porto. Amico mio fraterno, Johannas, fai buon viaggio. Il Suo sogno era un cimitero Ebraico. Spero che possa avere la giustizia da lui tanto desiderata”.

Ramzi Harrabi scrive ancora: “Lui , sognava di avere un luogo di sepoltura Ebraico in cui veniva sepolto…La sua richiesta è un diritto. L’arcobaleno non è solo dei colori per dire che siamo per la pace ma è una convenzione politica che debba essere praticata sul campo per rendere tutti i cittadini eguali”.