SIRACUSA – “Ripensare alle politiche sociali non come strumento per rispondere ai bisogni delle persone in un’ottica assistenzialista, ma come approccio innovativo che mette in connessione il territorio creando coesione sociale e sviluppo delle comunità”.
Questo è l’obiettivo del progetto d’innovazione sociale “Habitat – Innovazione e impatto sociale nelle politiche abitative”, finanziato dal Fondo d’innovazione sociale della Presidenza dei Consiglio dei Ministri e realizzato, in qualità di capofila, dal Comune di Siracusa in partenariato con il Consorzio Sol.Co. la Rete d’Imprese Sociali Siciliane, l’Associazione Isnet, la Cooperativa Sociale Progetto A e con Banca Etica nella veste di soggetto investitore.
Habitat è un progetto ampio che si occupa non solo di rispondere alla domanda di case per persone e famiglie in difficoltà ma anche di integrazione e inclusione all’interno del contesto sociale in cui si inseriscono. L’approccio che è stato messo in campo è quello dell’Housing First, partire dal bisogno abitativo per costruire percorsi di inclusione che accompagnano le persone a raggiungere un’autonomia non soltanto abitativa ma anche lavorativa e relazionale.
Creare delle politiche sociali innovative significa inoltre generare modelli di sviluppo in cui il pubblico e privato dialogano, operano, progettano insieme coinvolgendo anche le altre forze produttive con l’obiettivo di costruire un impatto significativo. L’innovazione diventa a impatto sociale quando le politiche pubbliche e di sviluppo non sono contrapposte, ma agiscono seguendo una direzione comune. Le politiche sono pensate dunque non per rispondere a una singola emergenza (o bisogno) ma sulla base di una logica più ampia che mette al centro il benessere di tutta la comunità.
Il progetto Habitat si articola in tre distinte e successive fasi. La prima relativa allo “Studio di fattibilità e pianificazione esecutiva” che punta ad individuare i bisogni e le forze abitative sul territorio di Siracusa tracciando un’idea di contesto, i problemi emersi e l’organizzazione delle fasi successive; la seconda relativa alla “Sperimentazione sul campo”; la terza inerente la “Sistematizzazione”, cioè la scelta di un modello specifico per Siracusa per evitare che l’edilizia popolare diventi sinonimo di marginalità sociale con le conseguenze viste negli ultimi decenni in tutte le città italiane.
Conclusa la prima fase, relativa al progetto di fattibilità e della pianificazione esecutiva, durata circa un anno, adesso parte la seconda fase relativa alla sperimentazione sul campo. Questa seconda fase è stata presentata, nel corso di una conferenza stampa, all’Urban center.
“È un progetto – ha detto il sindaco Italia – che ci consente di cercare soluzioni innovative a un problema diffuso, come quello della casa, rispetto al quale noi già proviamo a dare risposte con il programma Housing First, nel quale siamo collaborati dalla Caritas. Purtroppo dobbiamo fare i conti con la scarsa disponibilità dei proprietari ad affittare le case sebbene non siano mai state registrate criticità. Con il progetto Habitat, in partenariato con enti che operano nel sociale e con l’Iacp, tentiamo nuove forme di supporto alle famiglie alla ricerca di un’abitazione”.
“Una delle soluzioni che testeremo – ha aggiunto l’assessore Carbone – è quella del co-housing, cioè forme di coabitazione tra persone della cosiddetta ‘fascia grigia’ che è quella più in difficoltà nella ricerca di case. Per adesso è solo una sperimentazione che potremo valutare solo al termine del percorso ma per la quale ci avvaliamo dell’esperienza di partner che lavorano proprio su problemi sociali concreti. Nessuna improvvisazione, dunque, ma una soluzione che sarà giudicata da un ente terzo, l’Istituto italiano di valutazione, e che speriamo che diventi una buona pratica riconosciuta dal ministero come altre volte il comune di Siracusa è riuscito a fare, per esempio, con l’Ostello per immigrati di Cassibile o Le Tele di Aracne per l’inserimento lavorativo di giovani ex detenuti”.
Il cuore della sperimentazione di Habitat sarà al rione Graziella, in Ortigia, e avrà come luogo un immobile dell’Iacp. Il target sono le persone fragili che appartengono alla cosiddetta “fascia grigia”, cioè cittadini che non hanno i requisiti per accedere alle graduatorie dell’edilizia pubblica residenziale ma non sono nelle condizioni economiche di acquistare e prendere in affitto una casa. In particolare ci si vuole concentrare sugli anziani soli, i neo maggiorenni inseriti in strutture protette, le madri con minori svantaggiati, le giovani coppie o i piccoli nuclei familiari in difficoltà economiche.