SIRACUSA – Evitare di fornire dati confusi per fare passare un messaggio errato, e cioè la possibilità di brogli alle scorse amministrative a Siracusa. Così il primo cittadino, Francesco Italia, risponde all’ex candidato sindaco, Ezechia Paolo Reale, il quale non è stato eletto al primo turno per una manciata di voti. Da qui è partito il ricorso al Tar con l’obiettivo non di correggere il risultato, ma di annullare tutta la tornata elettorale.
Questo dato, secondo quanto detto dal primo cittadino, nei giorni scorsi, in sede di conferenza stampa, andrebbe letto in un’ottica di voler mantenere una maggioranza comoda per Reale in consiglio comunale (ricordiamo che Italia è stato eletto con la minoranza e non ha avuto il premio di maggioranza).
Per essere chiari, è bene dire che i voti considerati validi al primo turno ammontano a 54.563. Su questi è stato conteggiato il 40%, evidentemente non raggiunto dal candidato Reale. Lo scarto è di oltre mille voti perché Reale fosse stato eletto sindaco.
Nel ricorso Reale si appella alla “scheda ballerina”, cioè introdotta nell’urna dopo essere stata votata da persone estranee al seggio elettorale.
“Se fosse accertato questo principio – ha dichiarato Italia – saremmo davanti ad un sistema criminale ampio che coinvolgerebbe presidenti di seggio, rappresentanti di lista ed altre figure ancora. Ebbene questo sistema non si trova in casa Italia”.
E mentre Italia si sente “tutelato” dalla Istituzioni, Reale punta il dito contro il dottor Maiorana, presidente del Tribunale che guidò la commissione elettorale centrale.
Secondo Reale, quest’ultimo si sarebbe dovuto fermare con le verifiche a primo dato non congruente. Italia, invece, prende in analisi la relazione depositata in Prefettura dal verificatore.
Da una prima analisi del documento, infatti, pare che numeri molto alti di voti mancanti non ce ne siano stati, seppure molte, moltissime, le distrazioni, gli errori nella compilazione dei verbali, e qualche caso leggermente più grave dove manca totalmente l’informazione di votanti, preferenze e altro.
L’elemento, però, sul quale ha puntato Italia è uno in particolare: i voti del sindaco non sono messi in discussione “Questi numeri che vanno da 5mila a 10 mila propinati da Reale – ha replicato Italia – non sono documentati da nessuna parte. Nelle relazione, frutto delle verifiche meticolose fatte in Prefettura, non esistono”. Il tutto potrebbe riguardare il consiglio comunale e il suo disegno, ma non i voti del primo cittadino. “Non si tratta di dati omogenei – spiegano – per cui non si possono sovrapporre i dati del consiglio comunale a quelli del sindaco”.
“La confusione creata da Reale è funzionale a non rendere chiara la situazione per fare passare un messaggio piuttosto che un altro” – incalza Michelangelo Giansiracusa, capo di gabinetto del Comune e uomo molto vicino al sindaco.
Adesso la parola al Tar. Appuntamento all’11 novembre.