Siracusa

Siracusa, braccianti stagionali, firmato protocollo di legalità

Firmato, ieri pomeriggio, a Siracusa il protocollo per la prevenzione delle attività̀ illecite in agricoltura e degli insediamenti abitativi spontanei. Si tratta di un ulteriore strumento messo in campo dal prefetto Giusi Scaduto a tutela dei lavoratori agricoli, della filiera agroalimentare e delle aziende sane.

Hanno aderito all’accordo 21 sindaci della provincia, Inps, Centro per l’impiego e Ispettorato del lavoro, Confagricoltura e Coldiretti, Cia, Cgil, Cisl e Uil.

I 10 punti del documento rappresentano l’ulteriore linea di azione contro caporalato e sfruttamento del lavoro e individuano soluzioni per potenziare il sistema di accoglienza per chi è in regola.

Occhi sempre attenti a Cassibile a un mese dall’inaugurazione dell’ostello per lavoratori stagionali.

“È un percorso che continuiamo a monitorare ogni giorno», racconta il prefetto in un’intervista al quotidiano “La Sicilia”, «perché vogliamo che funzioni sia in un’ottica di civiltà e dignità delle persone, sia di legalità. Insieme all’amministrazione comunale e alle Forze di polizia monitoriamo a 360 gradi. Chi alloggia nel villaggio è munito di permesso di soggiorno e contratto di lavoro”.

La finalità principale della struttura, come ricordato, è di fornire una adeguata sistemazione alloggiativa ai lavoratori stagionali ma solo nel periodo dell’anno in cui c’è esigenza.

“Io spero – prosegue il prefetto – che nel tempo, quando tutto il sistema entrerà a regime, possa anche non servire più nemmeno per questa finalità. Col protocollo che firmiamo oggi c’è l’impegno di tutta la provincia, ma soprattutto dei datori di lavoro che si assumeranno l’onere di trovare sistemazione alloggiativa ai propri lavoratori”.

Anche i sindaci faranno la loro parte e si impegneranno a trovare immobili pubblici o confiscati da destinare a questa attività.

Il documento, in particolare, recepisce tutte le esigenze emerse nel corso dei diversi tavoli di confronto ed impegna i firmatari, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto delle disposizioni di legge: ad assicurare un’idonea sistemazione alloggiativa ai lavoratori, scongiurando così l’insorgere di baraccopoli e insediamenti spontanei; a predisporre una banca dati per l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, prevenendo il caporalato e lo sfruttamento lavorativo; a contrastare i rapporti fittizi di lavoro nel settore agricolo.

“Non vogliamo più che la provincia sia teatro di situazioni di illegalità, rischio e sfruttamento”, ha aggiunto il prefetto Scaduto. “Mi auguro che mettendo in piedi un sistema virtuoso come quello promosso dal protocollo, non accada più. Il protocollo vincolerà non solo le aziende con sede a Siracusa, ma anche quelle fuori provincia”.

“Il punto di arrivo di un percorso condiviso e, allo stesso tempo, il punto di partenza per un nuovo modello di contrasto alle attività illecite in agricoltura. Il ruolo sindacale è preminente. Tuteleremo meglio la dignità dei lavoratori stagionali stranieri.”

Commento unanime, quello dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil territoriali, Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, insieme ai segretari generali di Fai, Flai e Uila territoriali, Sergio Cutrale, Mimmo Bellinvia, e Sebastiano Di Pietro, dopo la sigla del protocollo di intesa per la prevenzione delle attività illecite in agricoltura e degli insediamenti irregolari firmato ieri a Siracusa.

“Queste pagine sono il frutto di una serie di confronti, di scambi di informazione, di ascolto, che abbiamo avuto la possibilità di condividere in questi mesi al tavolo prefettizio. – aggiungono i segretari – È un modello di lavoro, quello della concertazione e dello scambio di esperienze, che porta soltanto a risultati positivi per l’intera comunità. Il tema dei lavoratori stagionali è stato sempre al centro della dialettica locale soltanto per l’emergenza.

Adesso, con questo strumento sottoscritto da tutti i soggetti protagonisti, potremo guardare con maggiore trasparenza a questo settore.

“Questo protocollo è riuscito a inquadrare il fenomeno sotto qualsiasi sua sfaccettatura – concludono Alosi, Carasi, Lionti, Cutrale, Bellinvia e Di Pietro – Partire da questo territorio fortemente votato all’agricoltura e all’immigrazione nei campi rende ognuno di noi più responsabile.

È una rete della legalità che ci vede insieme alle istituzioni, agli organismi di controllo e alle associazioni datoriali. Sapremo fare la nostra parte per continuare a dire no allo sfruttamento e sì al rispetto della dignità del lavoro”.