Siracusa

Siracusa, si accende il dibattito sul Piano Paesaggistico

SIRACUSA – Si accende il dibattito sul Piano Paesaggistico di Siracusa. Infatti, alle critiche mosse dal presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Siracusa, Massimo Riili, che definisce detto Piano “strumento di miope tutela”, hanno risposto gli assessori comunali all’Ambiente, Carlo Gradenigo, ed alla Cultura, Fabio Granata, che invece ne prendono le difese poiché ha consentito di “tramandare tracce dell’identità del territorio ad oggi evitandone l’irreversibile trasformazione”.

“Cari ambientalisti di maniera – scrive in una nota Riili -, nel sollecitare l’amministrazione a ribellarsi – pacificamente, ma neanche troppo – contro la sopraffazione operata a Siracusa dagli strumenti di miope tutela, disegnati come un acquerello sul nostro territorio, non volevamo certo sostenere un altrettanto miope consumo del suolo, ma un suo uso realmente sostenibile. E la sostenibilità non significa affatto mummificazione ma è un concetto complicato, sintesi di ambiente, società ed economia”.

Il presidente di Ance Siracusa si rivolge al sindaco, Francesco Italia, affinchè chieda “a gran voce che Siracusa, pure nella sua diversità, abbia un trattamento almeno paragonabile alla vicina Ragusa, presa ad esempio da qualche male informato, che non è stata ingessata dal suo Piano Paesaggistico” e che “pretenda che la Soprintendenza rimedi subito agli errori fatti, a partire da Ognina e a seguire con tutto il resto, con una revisione del Piano prima che sia troppo tardi”.

La replica dell’Amministrazione comunale non si è fatta attendere. “In un momento nel quale la natura ci mette ogni giorno davanti agli occhi gli errori del passato, con intere città allagate frutto del disordine urbanistico perpetrato negli ultimi decenni, c’è chi ancora usa il termine ‘ambientalista’ in modo dispregiativo, per indicare dei soggetti o una categoria di persone e non una evidente e improcrastinabile esigenza planetaria – afferma l’assessore Gradenigo – . Nel 2021 c’è chi ancora parla di “mummificazione” di un territorio, quello siracusano, del quale non sono rimaste che tracce isolate della propria identità, quelle stesse tracce (Pillirina, Torre Ognina, Isola di Capo Passero) che il Piano Paesaggistico ha permesso di tramandare fino ad oggi evitandone l’irreversibile trasformazione”.

“Paesaggi ed ecosistemi altamente fragili sui quali industria, abusivismo e lottizzazioni edilizie ne hanno nel tempo compromesso aspetto ed equilibri idrico e biologico – conclude Gradenigo – . Fare tesoro degli errori del passato serve ad evitare di rimanere ancora una volta vittime delle nostre stesse scelte e a non rinunciare a quel che resta del potenziale per il futuro”.

Dello stesso tenore la replica dell’assessore Granata: “Basta consumo di suolo: rigeneriamo e rendiamo sicura la nostra città. La gravissima emergenza legata alle perturbazioni climatiche che stanno colpendo la Sicilia Orientale e la nostra Città, imporrebbe di mettere da parte ogni polemica per lavorare insieme nella giusta direzione al fine di rigenerare il suolo, le coste, le strade, i quartieri della nostra bella città. Appaiono surreali, per questo, alcune baldanzose prese di posizione di chi vorrebbe semplicemente e solo continuare a riversare cemento sul suolo e sulle coste cittadine e solo per salvaguardare i propri interessi speculativi”.

“Occorre invece subito un cambio di rotta, bloccando o revocando immediatamente da parte della Regione ogni autorizzazione al consumo di nuovo suolo – conclude Granata – . Bisogna essere grati per l’esistenza dei Piani Paesaggistici che, pur con qualche limite, riescono a salvaguardare il paesaggio e il Patrimonio materiale e immateriale”.