Un mese in più per preparare le domande di partecipazione per la selezione degli interventi di bonifica da finanziare. La decisione è stata presa dalla Regione Siciliana e riguarda l’avviso pubblicato a luglio riguardante la gestione delle risorse che il programma regionale Fesr 2021-2027 destina all’obiettivo della riduzione delle forme di inquinamento. A firmare il decreto che dispone la riapertura dei termini per altri trenta giorni è stato, martedì scorso, il dirigente generale del dipartimento Acque e Rifiuti Arturo Vallone. In ballo ci sono diversi milioni di euro che arriveranno sui territori per ripristinare le condizioni ambientali di siti che da tempo sono compromessi.
“Diversi enti hanno manifestato difficoltà a produrre la documentazione tecnica amministrativa richiesta dall’avviso, difficoltà connesse all’esiguità temporale dei predetti termini e accentuati dalla carenza del personale negli uffici per le ferie estive”. È una delle considerazioni inserite nel preambolo del decreto firmato da Vallone. L’avviso, che concedeva trenta giorni, era stato pubblicato a fine luglio e concedeva trenta giorni di tempo ai Comuni per compilare la richiesta di finanziamento e allegare il fascicolo con i documenti richiesti dalla Regione per stilare l’elenco dei beneficiari.
Quel tempo si è rivelato insufficiente e gli uffici degli enti locali potranno contare su altre quattro settimane per portare a termine il compito. Il gioco è di quelli che valgono la candela: nel nuovo programma regionale Fesr 2021-2027 sono previsti 15 milioni di euro per finanziare le bonifiche. Le somme potranno essere utilizzate per la messa in sicurezza di discariche dismesse, la rimozione dei rifiuti e di tutte le operazioni propedeutiche a una futura bonifica, per definire ed eseguire i piani di caratterizzazione delle matrici ambientali dei siti inquinati e le relative analisi di rischio oppure per opere di bonifica, sia che nel caso di rimozione del suolo compromesso che di trattamento e riutilizzo dello stesso.
Per sperare di ricevere i fondi gli enti locali dovranno presentare progetti che abbiano cronoprogrammi con conclusione dei lavori al 31 dicembre 2029. Ma questo non è il solo requisito richiesto: i progetti, infatti, dovranno trovarsi in uno stadio della progettazione di livello esecutivo.
Una volta raccolte le domande, la Regione provvederà alla selezione dei beneficiari. Ciò tuttavia non avverrà con un meccanismo competitivo, ma con un approccio di tipo negoziale in cui i funzionari del dipartimento discuteranno con i dirigenti comunali per valutare la rilevanza delle singole proposte rispetto al parco progetti che approderà a Palermo. “Nel rispetto del principio chi inquina paga non sono ammissibili operazioni su aree produttive (siti industriali, commerciali, minerari e cave) e su discariche private”, viene specificato nell’avviso. A essere tenuti in considerazione, invece, saranno elementi come il grado di rispondenza al principio del minimo costo in rapporti ai benefici attesi e la possibilità di ridurre il rischio per la popolazione di essere esposta agli agenti contaminati tramite pozzi e rete idriche, allevamenti e attività agricole.
Saranno oggetto di valutazione anche il grado di pericolosità degli inquinanti presenti nei siti e la presenza di un piano di riutilizzo dell’area che verrà bonificata.
Infine il dipartimento regionale ha fatto sapere che saranno preferiti i progetti che abbiano già un piano di caratterizzazione e riguardino aree ritenute di rilevanza strategica.
Per quanto il governo Schifani abbia, con la delibera 406 del 2023, varato l’incremento della dotazione finanziaria assegnata alle bonifiche dei siti inquinati, la Regione fa sapere che l’avviso pubblicato non costituisce impegno la concessione dei finanziamenti. “L’amministrazione – si legge nel decreto – si riserva la facoltà di sospendere il procedimento relativo all’avviso e di non dare seguito alla successiva procedura, così come di revocare o annullare le determinazioni inerenti l’avviso stesso, il tutto senza che possa essere avanzata alcuna pretesa, anche di tipo risarcitorio, da parte dei beneficiari interessati”.