Impresa

Situazione drammatica, tante Pmi a rischio chiusura

CATANIA – Daniele Attanasio è uno dei tanti imprenditori siciliani che si ritrova a fare i conti con l’emergenza Covid-19. Dal suo racconto emergono alcune criticità cui sta andando incontro il tessuto imprenditoriale siciliano.

Attanasio è il titolare di “Euromecc”, un’azienda italiana attiva da oltre 45 anni in tutto il mondo, “leader nella progettazione e produzione di macchine ed impianti rivolti all’industria del calcestruzzo e del cemento”, sottolinea.

Headquarter e produzione si trovano a Misterbianco, in Provincia di Catania, su un’area di oltre 220.000 mq di cui circa 20.000 mq coperti “ed attrezzati con macchine utensili CNC di ultima generazione per la lavorazione di carpenteria medio-pesante”.

Nell’azienda – prosegue – lavorano oltre 180 dipendenti fra uffici tecnici, amministrativi, commerciali e produzione. Il fatturato annuo si aggira sui 20 milioni di euro di cui il 90% estero”.

Il QdS lo ha intervistato per provare ad offrire ai lettori un’istantanea più “intima” e concreta.

Da quanto tempo la produzione è ferma e con quali conseguenze per la ditta e i lavoratori? Ci racconti la crisi che sta respirando nel suo settore…
“Il 2020 è iniziato abbastanza bene e fino a metà Febbraio abbiamo raccolto un portafoglio ordini in linea con le nostre aspettative, purtroppo dalla fine di Febbraio l’emergenza per il Covid-19 ha via via rallentato e limitato l’operatività di molte aziende e cantieri con effetti negativi per tutta la filiera ed a livello globale. Noi in forza del Dpcm di Marzo abbiamo dovuto arrestare la produzione a partire dal 26 di Marzo e siamo tutt’ora in attesa di poter ripartire. I reparti tecnici, amministrativi e commerciali stanno comunque continuando a lavorare da casa cercando di assistere al meglio possibile i nostri Clienti anche in questo periodo difficile”.

Ha potuto accedere, o potrà accedere a breve, a misure di sostegno?
“Abbiamo richiesto la sospensione dei mutui ma non abbiamo ancora avuto accesso ad alcuna misura concreta a supporto della nostra attività”.

Cosa vorrebbe chiedere al Governo regionale e nazionale?
“Chiaramente la situazione è drammatica e senza il supporto del Governo centrale molte Pmi si vedranno costrette a ridurre considerevolmente le risorse impiegate o a chiudere la propria attività. Si è molto parlato di accesso al credito ‘semplificato’ ma non abbiamo ancora avuto alcun riscontro in merito alla possibilità di ottenere liquidità a fondo perduto, magari anche solo parzialmente”.

La sua ditta sarebbe pronta a lavorare a pieno regime e allo stesso tempo assicurare ai propri dipendenti la “sicurezza e protezione” necessaria per fronteggiare l’emergenza sanitaria?
“Noi siamo pronti a ripartire appena ci saranno le condizioni ed il Governo deciderà la riapertura delle attività produttive attinenti il nostro codice Ateco. Stiamo già cercando di ripensare l’Azienda per poter garantire il massimo della sicurezza ai nostri dipendenti. Sanificazione degli ambienti, DPI, ingressi/uscite differiti, turni per ridurre il numero di dipendenti contemporaneamente presenti, smartworking ove applicabile e distanziamento sociale saranno le parole d’ordine per i prossimi mesi”.

Quali orizzonti si delineano nel suo settore superata l’emergenza Covid-19?
“Il nostro obiettivo rimane ambizioso nonostante questa lunga parentesi dovuta al Covid-19. Il nostro budget per il 2020 prevede un incremento del portafoglio ordini superiore al 15% e siamo certi che riusciremo comunque nel nostro intento”.