Nell’ottica della ripresa post pandemia con una quota di dipendenti che potrà continuare a lavorare in smart working anche in città diverse, Google mette a punto una piattaforma che consente di calcolare la retribuzione e i benefici per il lavoro a distanza e come questi cambierebbero se ci si trasferisse in una posto più economico o più costoso. Lo strumento si chiama Work Location Tool e, appunto, basa la retribuzione sul costo della vita nei luoghi e al mercato del lavoro locale.
“Con il nuovo posto di lavoro ibrido, più dipendenti stanno valutando dove vivono e come lavorano. Per fornire alle persone le informazioni di cui hanno bisogno per esplorare le loro opzioni, abbiamo creato uno strumento che consentirà a tutti i dipendenti di richiedere di trasferirsi in una nuova posto per lavorare a distanza”, ha spiegato una portavoce di Google non specificando nulla sulle politiche relative ai tagli salariali o su come il trasferimento potrebbe influire sui bonus.
Google, che impiega circa 140.000 persone in tutto il mondo, prevede che nel modello di lavoro post-pandemia il 60% dei suoi dipendenti si incontrerà negli uffici solo pochi giorni alla settimana e il 20% dei suoi dipendenti sarà in nuovi uffici.
Secondo il portavoce, il restante 20% dei “googler” dovrebbe lavorare da casa. L’amministratore delegato di Google Sundar Pichai ha parlato della necessità di flessibilità per il lavoro a distanza e i cambi di sede, mentre le aziende tecnologiche riaprono i campus abbandonati durante la pandemia. (