Sembrano Castore e Polluce, una sopra una sotto, una si modernizza nel ‘800, vanta il più antico teatro cinema dell’isola, il Cine-Teatro Grifeo, dove ieri proiettavano Perfect days di Wim Wenders. Vedere un film di un autore tedesco sulla elegiaca routine di un giapponese che si ritaglia un mondo a parte rispetto alle sue appartenenze, sulle musiche di Lou Reed ed Otis Reading, in un cinema gioiello di resilienza culturale e antropologica fa capire cosa sono i giorni perfetti del titolo.
Se da Sottana si percorrono i due chilometri di lieve pendenza che la separano dalla gemella più nobile, per l’insediamento storico di antiche famiglie madonite, si passa al mondo di Sopra. Terra di gioielli rari le Madonie, e Soprana, dal suo belvedere affacciato sull’Etna, ne abbraccia con dolcissima malinconia lo sguardo. Soprana e Sottana, sopra e sotto, il giusto equilibrio per non finire in questa vita sottosopra, seguendo un global che rivolta le esistenze. C’è anche un gioco lessicale malizioso, una contro danza, qui ancora ballata alla francese. Soprana è pudica nel nome, Sottana più licenziosa.
Una Sicilia autentica, genuina, come le pietanze di Salvatore a piazza S. Michele, come lo “Sfoglio” del bar Aspromonte, delizia madonita, come la sua gente ancora intonsa da molti mali. È un mondo a parte, con albe meravigliose e cieli stellati, con un suo ritmo, un suo respiro differente. Wenders, che ama la Sicilia potrebbe ambientare qui il suo prossimo film “Slow days”.