PALERMO (ITALPRESS) – Un’indagine di sette mesi su 799 pazienti ricoverati nelle terapie intensive del Policlinico di Palermo per monitorare le infezioni ospedaliere. Lo scorso 30 aprile si è conclusa la raccolta dati nell’ambito del progetto “Sorveglianza Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle Unità di Terapia Intensiva (SPIN-UTI) 2022-2023” del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera (GISIO) della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), coordinato a livello nazionale e regionale dalla professoressa Antonella Agodi dell’Università degli Studi di Catania.
Lo studio è promosso dalla Regione Siciliana nell’ambito delle azioni strategiche previste dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, per il contrasto delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA).
Scopo del progetto SPIN-UTI è quello di valutare l’impatto delle infezioni associate a microrganismi resistenti sulla morbosità e mortalità dei pazienti ricoverati nei reparti di Terapia intensiva che, notoriamente, presentano un rischio maggiore di acquisire una ICA, sia per fattori di rischio intrinseci (esempio immunodepressione) che estrinseci (esempio ventilazione meccanica), con potenziale impatto negativo sulla prognosi e un aumento dei costi diretti e indiretti legati alla prolungata ospedalizzazione.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” partecipa attivamente, già dalla prima edizione del 2006-2007, alla rete SPIN-UTI.
La sorveglianza è stata condotta sulle quattro unità di Terapia intensiva, tutte afferenti al Dipartimento di Emergenza-Urgenza diretto dal professore Antonello Giarratano, con la collaborazione dei rispettivi responsabili: professoressa Egle Corrado (Unità Terapia intensiva cardiologica), dottor Antonino Federico (Unità Terapia intensiva polivalente), professoressa Cesira Palmeri di Villalba (Unità Terapia intensiva cardiotoracovascolare) e professore Salvatore Maurizio Raineri (Unità Terapia intensiva post operatoria e neurorianimazione) .
La raccolta dei dati è stata coordinata dal personale dell’unità operativa semplice Prevenzione Sorveglianza Infezioni Ospedaliere (responsabile Giuseppe Calamusa), della Direzione Sanitaria di Presidio (direttore Luigi Aprea), con la collaborazione dei medici in formazione specialistica della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli Studi di Palermo diretta dalla professoressa Alessandra Casuccio.
L’indagine effettuata sui 799 pazienti, ricoverati nelle Terapie intensive dell’Azienda ospedaliera universitaria tra l’1 ottobre 2022 e il 31 marzo 2023, si è protratta alla data del 30 aprile scorso al fine di permettere il completamento del follow-up dei pazienti ancora degenti. I dati raccolti saranno elaborati dal GISIO e i risultati saranno pubblicati entro la fine dell’anno.
Il protocollo, si legge in una nota, ha previsto la rilevazione di dati riguardanti la storia clinica dei pazienti, comprese le patologie eventualmente preesistenti e le circostanze cliniche che hanno determinato il ricovero in Terapia Intensiva.
Sono state inoltre registrate le informazioni relative al posizionamento di dispositivi invasivi (quali ad esempio i CVC ed i dispositivi per la ventilazione meccanica invasiva) e le terapie antibiotiche effettuate.
Inoltre, sottolinea la nota, è stato effettuato un costante controllo clinico dei pazienti, in particolare rispetto all’eventuale insorgenza di infezioni, attraverso il monitoraggio degli esami microbiologici.
I risultati della sorveglianza consentiranno di monitorare le dimensioni del problema ICA in termini di incidenza e di mortalità attribuibile, identificando le aree cui indirizzare l’attività di prevenzione, al fine di migliorare la qualità dell’assistenza, conclude la nota.
foto ufficio stampa Policlinico di Palermo, Giuseppe Calamusa e Luigi Aprea con i loro collaboratori
(ITALPRESS).