Politica

Spazzacorrotti di nuovo al vaglio della Consulta

ROMA – La legge n. 3/2019, cosiddetta ‘Spazzacorrotti’, tornerà al vaglio dei giudici costituzionali nella seduta pubblica fissata al palazzo della Consulta dalla presidente Marta Cartabia per il 25 e 26 febbraio.

Già una sentenza della Corte costituzionale ha stabilito la non retroattività della norma riguardante la negazione dei benefici penitenziari. Adesso i giudici saranno chiamati a stabilire se tra i cosiddetti “reati ostativi” (per i quali, cioè, non è previsto che si possa accedere ai benefici previsti dalla legge in caso di pene basse) possano essere inclusi anche il peculato e l’induzione indebita.

Nelle more di ascoltare la pronuncia dei giudici costituzioni, il M5s difende a spada tratta la sua “legge bandiera” che, tra l’altro, ha già compiuto un anno.

“L’abbiamo chiamata così perché fosse chiaro a tutti – ha scritto scrive su Facebook il capo politico del M5s, Vito Crimi – la corruzione è un cancro che va estirpato con ogni mezzo e risorsa di cui il nostro Paese può disporre. È un male che aggredisce l’intera società nelle sue fondamenta, dalla politica all’economia, al lavoro, alle istituzioni, ai mercati, alla ricerca universitaria, alla sanità. Non c’è settore che sia immune. Fermamente voluta dal MoVimento 5 Stelle con il nostro Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la legge Spazzacorrotti è il più importante intervento normativo in materia di anticorruzione dai tempi di ‘Mani Pulite’”.

Crimi è convinto che la lotta alla corruzione vada ben oltre “le vuote parole da campagna elettorale e le promesse sistematicamente tradite un secondo dopo la chiusura delle urne”. “È necessario – prosegue – procedere con fermezza e determinazione, azioni concrete e interventi mirati. Esattamente come quelli realizzati dal M5s con la legge Spazzacorrotti. Entrata in vigore un anno fa, oggi vogliamo ricordarne l’importanza e gli effetti positivi che ha avuto nel nostro sistema Paese, con l’evento Uniti contro la corruzione”.