PALERMO – Nel 2018 si mantiene pressoché invariata la compartecipazione alla spesa sanitaria in Sicilia (42 euro procapite, rispetto ai 40 euro del 2017). Secondo i dati contenuti all’interno del report “Ticket 2018”, elaborato dalla fondazione Gimbe sulla base dei dati contenuti all’interno del rapporto 2019 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica e del rapporto Osmed 2018 dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), nell’Isola si presenta la terza quota più contenuta a livello nazionale.
Valori ancora più bassi si osservano in Calabria, regione che con 40 euro procapite di compartecipazione si stacca leggermente dalla Sicilia, e Sardegna (33,70 euro a persona, ovvero il valore più contenuto a livello nazionale). Notevoli differenze regionali caratterizzano la spesa compartecipata, con la Valle d’Aosta che spende per i ticket la quota procapite più alta in Italia (88 euro, più del doppio della Sicilia). In generale, in tutte le realtà meridionali la spesa compartecipata si riduce, mentre valori più elevati contraddistinguono le regioni centro-settentrionali. A sorpresa, tra le ultime cinque posizioni scorgiamo anche una regione del Nord: infatti, il Piemonte con 43 euro procapite precede immediatamente la Sicilia.
La compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini, originariamente introdotta con l’obiettivo di moderare i consumi, si è progressivamente trasformata in un consistente capitolo di entrate per le regioni in un periodo storico segnato dall’imponente definanziamento pubblico del Servizio sanitario nazionale. Nel 2018 la compartecipazione alla spesa sanitaria a livello nazionale ha complessivamente raggiunto 2,9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi per i farmaci e 1,3 miliardi per le prestazioni specialistiche, incluse quelle del pronto soccorso (44,2 milioni di euro).
Secondo i dati della Corte dei Conti l’entità della compartecipazione alla spesa nel periodo 2014-2018 si è mantenuta relativamente costante: infatti, nel 2014 si parlava di 2,8 miliardi di euro. Tuttavia, se nel 2014 la spesa per farmaci e specialistica erano sovrapponibili, negli anni successivi si è determinata una progressiva ricomposizione percentuale, conseguente alla riduzione della spesa per i ticket sulle prestazioni (-6,1%) ed al contemporaneo aumento di quella per i ticket sui farmaci (+12%). Rispetto al 2017, nel 2018 i ticket sono complessivamente aumentati di 83,4 milioni di euro (+ 2,9%), di cui 22,4 milioni di euro (+ 1,7%) per le prestazioni specialistiche e 61 milioni di euro (+ 3,9%) per i farmaci.
Dallo spacchettamento della spesa compartecipata siciliana emerge un’enorme sproporzione tra la quota destinata ai farmaci e quella per le prestazioni specialistiche, che va oltre la ricomposizione osservata a livello nazionale: infatti, mentre per i farmaci si spendono ben 33,50 euro, alle prestazioni specialistiche è riservato solo un quarto di questo valore (8,50 euro, ovvero la quota più contenuta a livello nazionale, all’estremo opposto dei 64,20 euro spesi in Valle d’Aosta).
Infine, gli italiani, ed in particolar modo i siciliani, preferiscono acquistare il farmaco di marca invece del medicinale equivalente: infatti, degli 1,6 miliardi di euro compartecipati a livello nazionale, solo il 30% è relativo alla quota fissa (482,6 milioni di euro), mentre 1,1 miliardi di euro sono relativi alla quota differenziale sul prezzo di riferimento. La quota differenziale per la scelta del farmaco di marca oscilla da 24,70 euro procapite del Lazio a 12,20 euro della Provincia autonoma di Bolzano. La Sicilia è la regione con il secondo valore più alto procapite di quota destinata al farmaco di marca (24,20 euro).